LA SOLIDARIETÀ È PIÙ DELLA PAROLA SCRITTA! DIFENDERE IL KURDISTAN È UN COMPITO INTERNAZIONALE!
Lo Stato fascista turco ha ripreso la sua offensiva contro le Montagne Libere del Kurdistan, avvalendosi ancora una volta della collaborazione del PDK e del Clan Barzani. Allo stesso tempo, l’esercito iracheno ha lanciato un attacco contro le forze autonome di Shengal, mentre in Siria il regime di Assad ha stretto l’assedio contro Shehba e i distretti autonomi di Aleppo (Sheikh Maqsoud e Ashrafiyah) e si sono intensificati gli attacchi e i bombardamenti turchi contro le popolazioni della Siria settentrionale e orientale – come la città di Kobanê, simbolo della resistenza e della speranza dell’umanità contro il fascismo e il fondamentalismo religioso, colpita da droni e artiglieria.
Mentre la Corte europea riconsidera la rimozione del PKK dall’elenco delle organizzazioni terroristiche, l’isolamento di Abdullah Öcalan nell’isola carceraria di Imrali continua.
Tutto indica che lo Stato fascista turco vuole sfruttare la situazione geopolitica generata dalla guerra in Ucraina per forzare una guerra a tutto campo contro il progetto del confederalismo democratico portato avanti in Kurdistan, una guerra genocida e imperialista, sovvenzionata dal grande capitale. Il Confederalismo democratico denuncia l’alleanza Stato-Patriarcato, e con l’autonomia democratica e la liberazione delle donne prefigura un ordine alternativo a quello delle dittature sanguinarie imposte in Medio Oriente per decenni. Questo minaccia l’equilibrio che le potenze imperialiste e capitaliste vi avevano imposto e che permetteva loro, anno dopo anno, di continuare a sfruttare le popolazioni e la terra, soprattutto le riserve di idrocarburi, senza essere ritenuti responsabili, costituendo una speranza per le donne e gli uomini che, in ogni paese, vivono la stessa oppressione. La resistenza sulle montagne, la determinazione autogestionaria delle popolazioni del nord e dell’est della Siria e la dignità ribelle delle donne, sono un esempio che a livello internazionale, ma anche nelle nostre lotte e nei nostri territori, ci spinge ad affrontare il fascismo e difendere la rivoluzione in Kurdistan. Il Kurdistan è una terra, dice il governo turco, che non ha altro destino che quello dell’occupazione, una terra sempre schiacciata dove nemmeno l’aria che si respira può chiamare propria. Le donne non possono avere altro destino che quello di schiave dentro le proprie case, messe a tacere, senza una vita da chiamare propria. La realtà dell’oppressione e della resistenza del Kurdistan riecheggia nella nostra realtà globale. In questa realtà che schiaccia le differenze religiose, sessuali e razziali, in questa realtà che fa a brandelli la carne della classe operaia sotto il regime del profitto dei padroni, in questa realtà del saccheggio indiscriminato delle risorse che distrugge la natura e il nostro pianeta. Come possiamo adeguarci a questa realtà? Ecco perché ci organizziamo e ci solleviamo in lotta, occupiamo terreni e edifici, facciamo scioperi, marce e affrontiamo la repressione statale. É necessario unirci contro gli attacchi fascisti al Kurdistan che sono attacchi del capitalismo, come quelli che colpiscono la nostra classe e i nostri territori. È necessario lanciare una mobilitazione internazionale di classe e raddoppiare i nostri sforzi per costruire autogestione e solidarietà e declinare sull’oggi la lotta per un socialismo libertario che guardi alla lotta rivoluzionaria senza lasciarsi sedurre dalle scorciatoie.
Facciamo appello a tutti i militanti e simpatizzanti di essere presenti e solidali con il movimento curdo, sostenendo:
• la campagna di rimozione del PKK dall’elenco delle organizzazioni terroristiche;
• Il rilascio di Abdullah Öcalan e di tutti i prigionieri politici;
• il ritiro immediato di tutte le forze di occupazione in tutte le aree del Kurdistan;
• il riconoscimento internazionale dell’Amministrazione Autonoma della Siria del Nord e dell’Est, con la fine dell’embargo e l’inclusione nei negoziati di pace;
• Un processo internazionale ai miliziani dell’ISIS e la presa in carico dei loro paesi di origine;
Sconfiggere il fascismo con il potere popolare:
La solidarietà non è solo una parola vuota.