L’antifascismo è irriducibile in sé: esso infatti non contiene spazi per mediazioni o attenuazioni, non prevede ponti e neppure punti di incontro -né istituzionali, né religiosi, né terapeutici o comunitaristi, né pseudo-antiimperialistici- con i nemici di sempre delle aspirazioni di libertà e di uguaglianza delle classi sfruttate. Occorre quindi condurre la lotta contro il fascismo su due fronti: uno culturale – per smascherare la mistificazione intellettuale e la reale essenza autoritaria, razzista, omofoba e sessista; ed uno militante, per difendere la nostra integrità fisica ed i nostri spazi di agibilità politica. Per far questo è necessario trovare e sperimentare forme di collaborazione con tutte le realtà sociali e politiche territoriali sinceramente antifasciste per formare comitati e reti di autodifesa antiautoritarie, di uguaglianza e di giustizia sociale.
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