Macron ha vinto: le ragioni per essere contrariati, per rallegrarsi e per impegnarsi
Emmanuel Macron sarà dunque presidente! Il candidato del padronato ha battuto la fascista rifatta Marine Le Pen.
Per gli elettori e le elettrici di sinistra si tratta di un magro sollievo (Le Pen sconfitta), a cui subentra subito la frustrazione per la vittoria di Macron.
Per coloro i quali non credono che la politica istituzionale possa cambiare qualcosa, come Alternative Libertaire, queste elezioni sono servite a riconfigurare i termini della lotta.
Le ragioni per essere contrariati
Rammentiamo alcuni punti del programma di En marche :
- Tagli alle tasse per i ricchi : mutazione dell’imposta sul patrimonio per esentare « migliaia di case attualmente al vaglio dell’ISF ».
- Taglio dei servizi pubblici: con la soppressione di 120.000 posti di lavoro negli ospedali, nelle scuole e nei servizi pubblici, da 70 000 fino a 75 000 posti tagliati negli enti locali. Basti dire che la promessa di classi con 12 alunni nella scuola primaria non è che una menzogna.
- Revisione del Codice del lavoro: lungo la linea della legge El Khomri, dando la priorità agli accordi aziendali rispetto ai contratti di settore ed al Codice del Lavoro.
- Tagli all’assistenza sociale: contributi previdenziali più bassi, riduzione delle prestazioni sanitarie, del sostegno ai disoccupati ed alla vecchiaia. IL miglioramento dell’assistenza sociale per i lavoratori autonomi non è che polvere negli occhi.
- Penalizzazioni per i disoccupati: per ridurre la loro possibilità di dire no ad una proposta di lavoro.
- Penalizzazioni per lavoratori e lavoratrici: con la soppressione delle 35 ore settimanali per i giovani assunti.
- Rafforzamento della repressione: tramite l’assunzione di 10.000 poliziotti e gendarmi in più.
E’ contro tutti questi attacchi annunciati che dovremo resistere.
Le ragioni per rallegrarsi
Macron perseguirà le politiche neoliberiste e di regressione sociale dei suoi predecessori. Ma a differenza del bulldozer Sarkozy e dell’illusionista Hollande, Macron deve fare i conti con una serie di limiti:
- la sua base elettorale è volatile, Macron non ha da vendere che un’immagine giovanilista di sogni e frasi vuote come « nè di destra nè di sinistra ». Per coloro che hanno bevuto le sue parole con le stelle negli occhi, il disincanto sarà brutale ;
- la sua base sociale è molto ristretta: malvisto negli ambienti borghesi tradizionali, disprezzato tra le classi popolari, con lui ci saranno la Medef (confindustria, ndt), i commercianti che sperano nei i tagli fiscali e la coorte appariscente delle start-up, i “creativi” e quelli assettati di affari 2.0. Ben poco, in realtà;
- non beneficerà più dell’etichetta di sinistra che troppo spesso intimidisce i movimenti sociali e sindacali. Nel giro dei militanti, nessuno si aspetta niente di buono dall’autore delle leggi Macron ed El Khomri. Non ci sarà certo uno stato di grazia;
- non è sicuro di ottenere una maggioranza parlamentare alle elezioni legislative. Anche se l’otterrà, sarà una maggioranza instabile – formata con transfughi e neofiti poco affidabili. Questo fa venir meno la sua pretesa di “governare per decreti”, perchè per questo ci vuole l’assenso del Parlamento.
Il suo potere sarà dunque fragile, ed è una buona notizia per il movimento sociale, sindacale e più globalmente per “la sinistra diffusa”. Cioè per tutti coloro che non si aspettano grandi cose dalle urne e che pensano che le conquiste vengono dalle lotte. Noi faremo da diga alla politica di En marche nelle piazze, nelle fabbriche e nei quartieri.
Alternative Libertaire
(traduzione di AL/fdca – Ufficio Relazioni Internazionali)