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Governo giallo-verde nel paese dei balocchi

Il prAnarchiciogramma economico del cosiddetto governo del cambiamento (reazionario) prosegue in perfetta esecuzione con i due protagonisti al potere, Di Maio e Salvini, che si alternano nel compiere l’agenda: sparare una stupidaggine al giorno, in modo anche apparentemente casuale, sovraffollando i social e i media con le loro dichiarazioni * shock *, in bilico tra una banalità esasperante e quello che gli strateghi chiamano fuoco di sbarramento per distrarre il nemico.

Naturalmente le due forze di governo, M5s e Lega, puntano ognuno a veder realizzati i propri obiettivi simbolo, ma ancora non si è capito come si potrà coniugare le cifre ( si parla di 30 miliardi) con il rigorismo invocato dall’Europa.

“In politica economica le parole della politica hanno un peso e negli ultimi mesi le parole sono cambiate molte volte e quello che ora aspettiamo sono fatti.” Così si esprimeva Mario Draghi in conferenza stampa a Francoforte al termine della riunione di politica monetaria, riferendosi all’Italia e alle dichiarazioni del suo Governo, che hanno fatto innalzare lo spread.

Sull’Italia e le sue politiche di bilancio, Draghi ha detto che la Banca centrale europea si atterrà a ciò che hanno detto il primo ministro italiano, il ministro dell’economia e il ministro degli esteri, e cioè che l’Italia rispetterà le regole”. Le promesse, del governo del “cambiamento”, rimangono quindi al palo e la BCE, si è assicurata la continuità politica sugli indirizzi di politica economica stabiliti.

Il capitalismo ha le sue ferree regole e la mancanza di un programma serio di politiche sociali, farà in modo che a pagarne le conseguenze, come sempre, saranno i ceti popolari.

La riduzione presunta delle tasse sarà a tutto vantaggio delle imprese e dei redditi alti, il reddito di cittadinanza si sta delineando come un sussidio caritatevole a tempo e con vincoli di sfruttamento maggiori.

La crisi economica ha posto alle élite la necessità di dover salvare la baracca, anche a costo di dover sacrificare tutto il resto del mondo, lo sfascio del pianeta prosegue e si aggrava sempre di più cosi come lo smontaggio dei diritti e una precarizzazione sempre maggiore in tutte le sfere della vita.

La più grande preoccupazione delle classi dominanti riguardo la società é investire sulla repressione e sulle forme di controllo anche nell’ambito del digitale.

Un programma che il ministro dell’interno pare ben deciso a promuovere al massimo, dall’inserimento dei teaser alle misure sul preteso decoro urbano, alla riapertura dei manicomi.

Una pretesa sicurezza che passa attraverso la normalizzazione ideologica e il ripristino di politiche familiari di stampo patriarcale e reazionario, come dimostra il decreto Pillon e i soliti attacchi alla 194. E che, allo scadere dei 5 anni, sarà il vero lascito del presente governo, oltre alla vasta collezione di polemiche, e di cui si potrà servire proprio lui, l’indomito ministro che malgrado la “persecuzione” della magistratura ha provato ad affrontare le orde degli invasori scagliandole contro le aristocrazie europee e che ha promosso la sicurezza e il decoro nel paese.

Mentre da una parte si fanno promesse, dall’altra la politica salviniana colpisce i più deboli: i migranti e, per una presunta politica di legalità, migliaia di famiglie occupanti che vengono sbattute in mezzo alla strada.

I proprietari di questi immobili, in maggior parte, banche, assicurazioni, immobiliari, fanno marcire nel degrado case vuote da anni in attesa di tempi migliori per i loro affari speculativi ora apertamente difesi da questo governo. La Legalità non sempre va d’accordo con la Giustizia, la presenza dicase lasciate vuote per anni si scontra con la necessità e la legittimità di miglia di famiglie che da anni ormai rispondono che se la casa è un diritto, occupare è diventato un dovere per garantire la propria sopravvivenza.

Senza nessuna remora il ministro e i suoi burocrati, assieme alla borghesia che rappresentano, non hanno problemi ad acuire la crisi sociale, e anzi, ci sguazzano in una distopia orwelliana in un misto di fango e sangue (della classe lavoratrice). La riduzione in clandestinità e l’azzeramento di ogni politica di accoglienza, oltre a concretizzare un allarme sociale al momento più invocato che reale, il vero business dell’immigrazione, grandi profitti con mano d’opera a basso costo e i soldi passati dall’Unione Europea per l’integrazione da intascare e trasformare in gestioni che sostengano le politiche securitarie e razziste come da promessa elettorale.

Per chi si ostina a organizzarsi si può sempre ricorrere ai cecchini e ai manganelli.

Per affrontare questo momento servirebbero, a quanto pare, dei poteri magici, visto le dimensioni della sfida che abbiamo davanti. Purtroppo soltanto la realtà può guidarci: la nostra forza di cambiamento, ora latente tra gli sfruttati e le sfruttate, risiede soltanto nelle nostre braccia, cuori e menti, uniti nella costruzione di una realtà diversa.

Dobbiamo rispondere: alla dispersione politica ai discorsi di odio, alla codardia riformista e agli abbagli spontaneisti, alla macellazione sociale cui siamo sottoposti ogni giorno, dentro mezzi di trasporto invivibili e pesantemente sfruttati nei luoghi di lavoro. L’attività di militanza di Alternativa Libertaria/fdca si predispone a questo lento compito, con tutte le proprie difficoltà e umiltà, di unire il disperso e organizzare il disorganizzato, nelle scuole/università, nei quartieri, nei luoghi di lavoro, ovunque organizzarsi contra la prepotenza dei padroni, opponendo alla divisione la solidarietà, affrontando senza remore tutti i sistemi di oppressione, ovunque si presentino.

Un lavoro lungo e paziente di costruzione dell’offensiva lenta e inesorabile contro le classi dominanti. L’accumulo di forza da parte del proletariato che lotta e conquista, sperimentando al contempo nuove forme di organizzazione e di pensare la società (l’autogestione per esempio), nella necessità di migliorare le proprie condizioni materiali sul momento ma al contempo con la coscienza che la società che vogliamo costruire si prepara oggi e adesso, senza perdere di vista l’orizzonte rivoluzionario. È costruire da ora gli strumenti che porteranno alla dissoluzione dello Stato e del Capitalismo, non per un’insurrezione fortuita, ma perché le classi oppresse avranno costruito strutture di autogoverno sufficientemente forti per dispensare quelle a cui ci relega la borghesia.Da un approccio materialistico della storia il mondo cambia e neanche il capitalismo è eterno

L’Alternativa Libertaria è la costruzione, mattone dopo mattone, di una società comunista anarchica. L’unica alternativa possibile.

Genova, 102° Consiglio dei delegati Alternatva Libertaria/Fdca

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