Riteniamo che l’ambito educativo sia uno dei pilastri di questa società, la quale stabilisce la futura gerarchia lavoratore-controllore grazie alla scuola statale e al lavoro, spesso inconscio, di chi in essa lavora. Un luogo nel quale la dipendenza allievo-professore cresce con il passare dalla scuola primaria a quella secondaria di primo grado e di secondo grado successivamente; dipendenza assolutamente da eliminare in quanto non aiuta l’allievo a sviluppare la propria autonomia nel vivere, nel studiare e nel ricercare una soluzione ai propri problemi. Il mancato allenamento della propria autonomia porta gli individui a mettersi nelle mani di chi “ne sa più di lui”, degli esperti, senza mettere in dubbio l’informazione che gli arriva, senza ragionarci sopra. Il pilastro educativo dunque non dovrebbe essere lasciato da parte da chi crede in un possibile cambiamento del futuro proprio e altrui.
Tuttavia riconosciamo la centralità e la potenzialità della scuola pubblica statale nel momento in cui alcuni dei suoi lavoratori si prendono l’incarico di aiutare i figli di quelle famiglie che ogni giorno lavorano per sopravvivere (per le quali parlare di educazione incidentale ha ben poco senso). Purtroppo dobbiamo constatare che sono ben pochi i maestri e professori che si mettono in gioco ogni giorno e che sanno come affrontare ogni genere di problematica si presenti loro (autismo, dislessia o altre difficoltà).
Il lavoro che con alcuni ragazzi di Utopia si ha in mente vuole andare in direzione contraria al ruolo dell’insegnante nella scuola statale il quale spesso passa informazioni a un individuo che deve essorbirle come una spugna senza tener conto della soggettività della persona e della situazione che egli ha intorno a lui. L’intenzione è aiutare i ragazzi a comprendere e capire un argomento lavorando proprio sull’autonomia nello studio e sulla ricerca di informazioni eliminando passo dopo passo quel legame di dipendenza professore-studente accennato poco sopra. Allo stesso tempo, lavorando in spazi esterni alla scuola, senza pressioni di alcun tipo, si possono mettere su un piatto tutti quei valori, tutti quei principi, che sono alla base delle scuole popolari, nel nostro caso di Utopia, quali l’autonomia, l’autogestione, il rispetto per l’altro e per ciò che ti circonda. Valori/principi che i ragazzi potranno portare a scuola e sopratutto in classe con la speranza che si possano creare momenti di discussione e in secondo luogo, non meno importante, che possano renderli più forti, più consapevoli del proprio ruolo, del proprio essere, senza farsi spaventare dalla figura sempre più autoritaria che autorevole di certi professori.
La gratuità elimina anche un problema fondamentale delle classiche ripetizioni: l’ansia e l’obbligo di raggiungere risultati positivi. Chi partecipa a questi dopo scuola è libero di andarsene via in qualunque momento o di fare altro; l’imposizione infatti non ha benefici e in questo modo si aiuta il ragazzo ad assumersi delle responsabilità (se hai così tanto bisogno di un aiuto perché te ne vai? Io non ti obbligo a stare qua, dipende da te).
Quello che abbiamo in mente è una giornata alla settimana in cui gli studenti che hanno bisogno possono venire a Utopia e chi aderisce a questo progetto aiuta alla comprensione dei problemi. Inoltre se si è particolarmente capaci si potrebbe arrivare al punto che gli stessi ragazzi che arrivano chiedendo aiuto possano aiutarsi tra loro.
IL 13 FEBBRAIO ORE 15:30, capiremo cosa sia l’Educazione Popolare e presenteremo il progetto futuro con un incontro con Casa Spartaco e la sua scuola popolare di Correggio. Sarà disponibile il dossier sull’educazione popolare stilato da Alternative Libertaire francese, tradotto da Massimo Cardellini per Alternativa Libertaria
Partecipa
RETE SPARTACO: https://
ALTERNATIVA LIBERTARIA: http://www.fdca.it/
Dossier sull’educazione popolare (lingua francese): http://
Chi fosse interessato a partecipare come educatore/aiutante, a livello pratico e attivo, contatti la seguente email dello Spazio Libero Utopia: rotta334@inventati.org