A Bruxelles si piangono i morti, mentre i governi della UE guidano la caccia alle nostre libertà!
L’ISIS ha colpito duramente anche il Belgio.
Proprio il paese che era stato tirato direttamente in ballo dopo l’orrore degli attacchi a Parigi del 13 novembre 2015, che si era adeguato alla logica che guida gli Stati occidentali dall’11 settembre 2001 e che ha portato alla situazione attuale.
Una logica senza via d’uscita.
Da una parte, le guerre in Medio Oriente e in Africa, che stanno causando migliaia di morti in nome della “democrazia” e della “lotta al terrorismo”. Col risultato almeno apparente di un evidente caos internazionale.
Dall’altra parte, le nostre libertà e i nostri diritti subiscono forti restrizioni, mentre il discorso sulla sicurezza non fa che alimentare il razzismo. In nome della difesa del “fronte interno”, ogni giorno in più che passa si mangia un po’ di “democrazia”.
La guerra esterna al terrorismo
Le politiche di “guerra al terrore “, fin dalla fine del XX secolo, sono state il pretesto per giustificare politiche di conquista globale. Queste politiche di fatto hanno alimentato nuovo terrorismo.
Le guerre in Afghanistan, in Iraq, in Libia, nel Mali, in Siria, dove i governi europei si sono impegnati, non hanno messo fine al “terrorismo”, anzi. Come si sa, le ragioni erano ben altre: il caso Iraq lo ha dimostrato.
Il redditizio traffico delle armi, tra gli altri, dimostra che dietro il discorso sulla democrazia e dietro la lotta contro il terrorismo si nascondono altri interessi. Al di là dei profitti più evidenti, l’appoggio dei governi europei a regimi che forniscono supporto finanziario e logistico al terrorismo, dimostra come gli interessi geopolitici e commerciali sono fondamentali per la logica di morte che alimenta la vendita di armi e la sete di petrolio e di minerali a buon mercato che l’Europa vuole a tutti i costi.
L’imperialismo non è la soluzione a questa guerra. La soluzione verrà dai popoli della regione che lottano contro l’ISIS e contro ogni forma di totalitarismo. Se i governi europei ostacolano questa resistenza, tocca a noi darle tutto l’aiuto possibile. Perchè, al pari dell’imperialismo anche l’ISIS è nostro nemico di classe.
La guerra interna al terrorismo
Dal 2001, la lotta al terrorismo è utilizzata come pretesto per attaccare giorno dopo giorno le libertà pubbliche che altrove si sostiene di voler difendere. Le misure di sicurezza mettono in pericolo le libertà pubbliche senza garantire la sicurezza delle persone.
In nome della sicurezza, le misure “anti-terrorismo” permettono l’invasione della privacy di tutta la popolazione: intercettazioni, telecamere di vigilanza, monitoraggio degli spostamenti,…
In nome della protezione dei cittadini, lo Stato si dà più poteri e più armi, in modo che i diritti democratici siano più limitati. In Belgio, fermo di polizia per 72 ore, fucili automatici, i soldati nelle strade, ….
In Francia, abbiamo già visto il divieto di raduni e di conferenze, divieto di manifestazioni fino alla volontà di limitare il diritto di sciopero, perchè le politiche per la sicurezza vengono utilizzate per soffocare il dissenso. Centinaia di milioni di euro sottratti all’istruzione e alla salute se ne vanno direttamente per le spese militari, per la guerra e le politiche securitarie. Questa politica di distruzione della solidarietà collettiva e del diritto di espressione democratica non fa altro che alimentare l’insicurezza, l’esclusione e le dinamiche di divisione all’interno della società, cioè proprio le cause profonde di ciò che viene definito come “radicalità” e “terrorismo “.
Razzismo di Stato
In Belgio, il razzismo, il controllo dei visi e la violenza della polizia sono una realtà quotidiana nei quartieri, soprattutto per i migranti e per i cittadini belgi immigrati da generazioni, che vengono ricondotti a “razza”. Per giustificare questa violenza continua, questo discorso sempre più islamofobico e razzista, i media ed i politici hanno costruito per anni l’immagine del “nemico interno”, cioè i musulmani ed i migranti. Ad ogni passo in questa direzione corrispondono divisioni sempre più profonde fino alla banalizzazione dell’odio.
La lotta contro il terrorismo serve da pretesto per intensificare la presenza e la repressione della polizia nei quartieri. Perquisizioni, controlli di identità, arresti arbitrari,… L’innalzamento del livello di allerta ha rafforzato l’islamofobia nei confronti dei musulmani e permesso allo Stato di perseguire politiche razziste e di esclusione nei confronti dei migranti in genere.
Le conseguenze politiche degli attentati si fanno già sentire
Le misure di sicurezza hanno avuto un costo aggiuntivo in Belgio di 400 milioni di euro per rafforzare la sicurezza “civile” e altri 18 milioni in più per i militari. Inoltre, 14 milioni al mese per mantenere i 6 aerei militari belgi in Iraq.
Il bilancio per la sicurezza e la guerra è in costante aumento, mentre il governo belga continua a sbrindellare lo stato sociale. Dato che la precarietà sociale è la principale fonte di insicurezza per la maggior parte dei cittadini belgi, il governo non ha alcuna intenzione di combattere contro la precarietà, la povertà e l’esclusione.
Per una politica antimilitarista, sociale e solidale
Non si porta la pace a colpi di bombardamenti dal mare o dal cielo. Non si difende la libertà con leggi che la distruggono. Non si combattono la precarietà e l’esclusione con il razzismo. Non si fa vivere la democrazia con meno scuole e meno assistenza sanitaria e più polizia armata nelle strade.
Il governo belga sta usando la paura del terrorismo affinchè la popolazione accetti peggiori misure di sicurezza e accetti di tagliare le libertà di tutti. Lo stato di emergenza consente al governo belga di ripristinare la sua forza politica dopo essere stato sfidato per mesi per le sue politiche anti-sociali. Non bisogna permettere che metta il mordacchio alle mobilitazioni sociali!
In tutta Europa
No al razzismo, no alle repressioni di massa, no a tutti coloro che cercano di dividerci: solidarietà con i quartieri poveri, con i cittadini europei immigrati, con i clandestini!
No a provvedimenti draconiani: stop alle politiche di sicurezza e alle leggi anti-terrorismo.
Fermare la criminalizzazione dei movimenti sociali.
Per il diritto di tutti in tutto il mondo di vivere in pace, di fermare le guerre imperialiste ed i governi europei che alimentano la spirale di violenza.
Lottiamo perchè le risorse pubbliche servano al benessere della popolazione, non a finanziare la repressione e la guerra.
Alternativa Libertaria/fdca
25 marzo 2016