Alternativa Libertaria_FdCA

Per mettere fine alla straziante miseria dell’Africa, è necessario il contropotere della classe operia e contadina, è necessario l’anarchismo

Per mettere fine alla straziante miseria dell’Africa, è necessario il contropotere della classe operia e contadina, è necessario l’anarchismo
L’Africa  giace prostrata, insanguinata e percorsa da guerre su tutti i fronti, vittima del capitalismo e, in grande misura, delle ambizioni del socialismo di stato. La straziante miseria dei suoi popoli, le condizioni di abietta povertà, lo stato di indigenza e di emergenza sanitaria in cui si vive, convivono fianco a fianco con il lusso sfrenato, l’avidità e la corruzione dei suoi dirigenti.
Sam Mbah and I.E. Igariwey, 1997, African Anarchism: The History of a Movement, Sharp Press: Tucson, Arizona.Il nostro immenso continente, l’Africa, è il più povero del mondo, sede di decine di guerre e di conflitti, marcato dall’instabilità e dalle disuguaglianze. Le cause profonde di questa instabilità si ritrovano nella corruzone politica ed in un sistema fondato sull’affarismo di classi dirigenti locali ed internazionali.

L’interesse delle classi dirigenti locali è quello di fare profitti ed arricchirsi con tutti i mezzi possibili. Queste classi dirigenti non fanno nulla per lo sviluppo della classe operaia e contadina (i piccoli agricoltori), se non peggiorare le nostre condizioni di vita. Se la scelta è tra finanziare la costruzione di una strada in un’area depressa o mettersi i soldi in tasca, ebbene il denaro finirà nelle loro tasche.
CLASSI DIRIGENTI AVIDE, ECONOMIE DEBOLI
La dominazione politica ed economica da parte delle classi dirigenti africane, ancorchè minoritarie, alleate con le classi dominanti di altre regioni, fa parte della instabilità, della corruzione e dello sfruttamento.  La gente comune in Africa deve affrontare una grave penuria di beni di prima necessità e di servizi sociali. Spesso l’allocazione dei beni e dei servizi poggia su relazioni politiche alimentate dalla corruzione, su legami personali e politici e non sui bisogni delle popolazioni. Capitalisti corrotti, politici corrotti, fanno parte di un mondo in cui la forbice tra chi ha tutto e chi non ha niente è sempre più ampia.

Queste economie deboli, dipendenti da fragili infrastrutture e da materie prime di basso valore, sono caratterizzate da bassi salari, dalla disoccupazione di massa e dalle tensioni che attraversano tutta la società, dal saccheggio operato dalle classe dirigenti.  O c’è lo Stato  che controlla i mezzi di produzione e la classe lavoratrice non ha alcuna voce ma deve solo obbedire, altrimenti ci sono le privatizzazioni e la proprietà privata, ed il controllo passa nelle mani delle classi dirigenti del capitale.

E nel frattempo, le economie africane si trovano in generale nei posti più bassi a livello mondiale, in una situazione causata sia dall’imperialismo che dalle classi dirigenti indigene.

In questo mondo, devi fare i conti con quella legge che dice: mangia-o-sarai-mangiato. Ai posti più bassi nella catena alimentare, ci troviamo sotto la dominazione di una minoranza che si fa oligarchia, in un mondo di regole fatte da pochi, in cui siamo rinchiusi e senza accessi. In questo mondo, ci hanno insegnato a coltivare gli uni verso gli altri un odio basato sulla lingua, sull’aspetto, sulle origini. Ma il nostro nemico non è il nostro prossimo, bensì le classi che governano su di noi.
COSTRUIRE COSCIENZA DI CLASSE
Per trovare una via d’uscita, l’Africa ha bisogno di un programma a lungo termine di costruzione di coscienza di classe, di formazione di alta qualità e del moltiplicarsi di lotte sociali e di classe.

Ci deve essere unità collettiva e solidarietà tra le gente comune che soffre in Africa, tra gli operai, tra i disoccupati, tra i contadini, tra i poveri. Non hanno alcuna importanza le differenze etniche, il colore o le origini, dobbiamo unirci nella lotta di classe, solo così potremo giungere ad una rottura radicale, e non in un paese solo ma in tutti i paesi.

Questo richiede la rimozione delle disuguaglianze attraverso l’abolizione del capitalismo post-coloniale, dello Stato e delle classe dominanti, per agevolare la fine dello stato di estrema indigenza. Un reale sviluppo centrato sui popoli è possibile solo se facciamo a meno sia dello Stato che del capitalismo, le due maggiori forze dell’oppressione – per creare una società autogestita, dal basso, ed un’economia pianificata dal basso che risponda ai bisogno e non all’avidità.

Il sistema capitalista di stato che ha messo fondamenta in Africa ha creato strutture economiche e politico-sociali dannose. Se ne devono andare. Solo l’anarchismo è la strada per il futuro.
IL FUTURO
Il futuro sta nella direzione che porta alla libertà, all’uguaglianza ed alla partecipazione delle comunità – e non all’odio. Il capitalismo in crisi, il sistema statale, l’individualismo egoista e la competizione sono problemi a cui bisogna mettere fine.

E’ necessaria la pace tra le masse, e la lotta contro le classi dominanti!
Link esterno: http://anarkismo.net/article/28868
(traduzione a cura di ALternativa Libertaria/fdca – Ufficio Relazioni Internazionali)

About Author

webmistress

webmistress