Il movimento comunista-anarchico in Transcaucasia nel 1904
Baku
Probabilmente il centro del movimento comunista-anarchico nel Caucaso fu la città di Baku. Il numero totale dei lavoratori comunisti anarchici a Baku raggiunse le 2.500 persone. Furono una delle correnti più influenti nel proletariato delle fabbriche. La composizione etnica degli anarchici era composita. C’erano armeni, russi, ebrei, azeri e rappresentanti di molte altre nazionalità. “Anarchia” e “Internazionale”, erano i due gruppi autonomi ed altri più piccoli, specialmente nell’Azerbaigian (“Kochi”).
Gli aderenti ai gruppi anarchici di Baku erano personali normali tipiche della Russia dei primi 20 anni del XX secolo. Normali anarchici dell’epoca, lavoratori delle grandi fabbriche o delle piccole officine, che cercavano di migliorare la loro situazione facendo ricorso a metodi radicali (e inoltre con l’obiettivo finale di preparare la trasformazione sociale). Non facevano solo scioperi, ma anche azioni insurrezionali quali l’autogestione delle fabbriche e terrorizzare la borghesia.
I dintorni di Baku si coprirono di centinaia di piattaforme petrolifere, per cui l’Azerbaigian divenne un importante centro di produzione di petrolio per la Russia. E qui, in condizioni di lavoro terribili, trovarono impiego decine di migliaia di lavoratori. La composizione etica era varia (iraniani, armeni, russi, azeri) con conseguenti scontri etnici. Agli inizi del XX secolo ci furono violenti scontri tra gli armeni e gli azeri (cosa che si è ripetuta per tutto il secolo fino ad oggi). Gli anarchici, che agivano nei 2 gruppi principali “Anarchia” e “Internazionale”, fin dal principio misero il rilevo il carattere internazionale del movimento e pubblicavano manifesti bilingue in armeno ed azero, cercando di unire le persone di tutte le nazionalità (la maggior parte dei lavoratori erano anarchici e predominavano gli armeni). Gli anarchici iniziarono il loro intervento a partire dal 1904, anche se all’inizio non erano molto popolari.
Senza dubbio, la loro influenza aumentò in modo spettacolare dopo le mattanze in Armenia e Azerbaigian del 1905-1906 e venne facilitata da questa circostanza. Il governo assegnò 16 milioni di rubli per aiutare le vittime dei massacri tra la popolazione. I beneficiari assoluti furono i padroni delle industrie e niente andò ai lavoratori, i quali dichiararono uno sciopero che durò due mesi. Dopo questo lungo sciopero, durante il quale gli anarchici appoggiarono gli scioperanti contro la borghesia sfruttatrice, gli azionisti borghesi si ribellarono. In seguito gli anarchici giustiziarono il direttore della fabbrica Dolukhanova (già vice-console britannico). Entrambe le cose crearono simpatia tra il proletariato e obbligarono gli azionisti a riassumere un lavoratore. Comunque, era chiaro che Dolukhanov era colluso con il partito nazionalista armeno Dashnaktsutyun e che ne finanziasse l’attività. Il partito decise di vendicarsi e fece uccidere l’esponente anarchico Sarkis Keleshyan (autore con lo pseudonimo di “Sevuni” del libro “La lotta per l’Anarchia”). In seguito i nazionalisti armeni assassinarono uno ad uno i lavoratori anarchici più esposti nelle lotte. Si scatenò una guerra tra i nazionalisti e gli anarchici armeni che vide morire 11 lavoratori e 17 membri del partito nazionalista. Al funerale delle vittime anarchiche si contarono migliaia di lavoratori. E’ evidente che lo sciopero e l’attività militante anarchica avevano messo radici.
Georgia
La diffusione delle idee comuniste-anarchiche nel Caucaso iniziò nel 1904-1905, sia a Kutaisi che a Baku. Kutaisi era in quel momento la città principale della Georgia orientale. Le cellule anarchiche fecero la loro comparsa nella fabbrica Tobachnoy Piralova e nell’impianto di acque minerali a Logidze. Il gruppo “Comuna” gestiva una sua tipografia espropriata ad un borghese del posto e pubblicava materiale di propaganda.
La rivoluzione del 1905 scoppiata a Mosca, ebbe eco anche in Georgia. I lavoratori della Georgia dichiararono uno sciopero generale che paralizzò l’industria, il trasporto ferroviario e le stazioni furono occupate dai ribelli. I contadini appoggiarono il movimento nelle città. Si impossessarono della terra dei latifondisti mediante le unità samoobrony sorzdavali che intrapresero la lotta armata contro le forze governative del regime zarista. Tutta la Georgia era autogestita e nelle mani dei contadini: i lavoratori prendevano il loro destino nelle proprie mani. Gli anarchici parteciparono attivamente a questi eventi, a Kutaisi, svolsero un ruolo importante nella organizzazione dell’insurrezione e nella costituzione dei gruppi di autodifesa del proletariato – le “Centurie Rosse”.
La spedizione punitiva zarista del generale Alikhanov (più tardi giustiziato dai rivoluzionari) irruppe nella Georgia ed iniziò la reazione. L’insurrezione venne strozzata. Le truppe zariste si comportarono come i bashibubuzuki (le truppe turche) in Asia Minore durante le mattanze armene. Distrussero interi centri, violentarono donne, catturarono e fucilarono i ribelli catturati armi in mano. Questa reazione venne in parte fermata dai comunisti-anarchici della Georgia. L’influenza dell’anarchismo si era diffusa a Tbilisi, Batumi e Grozny (nei giacimenti petroliferi). Nella Georgia orientale nella città di Gulgule alcuni contadini sotto l’influenza della propaganda anarchica ed alcuni piccoli proprietari decisero di gestire le terre comunali, distrussero i confini tra i terreni e le vigne, espulsero le autorità rurali, collettivizzarono le osterie e le panetterie della città, acquisirono i mezzi necessari per la collettivizzazione dell’agricoltura. Alla comune aderirono solo 12 persone. Però tra i membri della comune e la borghesia rurale sorse un conflitto. I proprietari avevano ucciso un membro della comune, ed in risposta l’iniziativa comunarda annunciò un boicottaggio contro i kulaki.
Questo municipio durò circa alcuni mesi finché il governo non lo distrusse. Gli organizzatori vennero incarcerati e le case collettivizzate vennero convertite in quartieri cosacchi. Nonostante tutto, l’esistenza di una comune fece grande impressione su contadini dei paraggi.
Se a Kutaisi nel movimento comunista-anarchico la maggioranza era fatta da lavoratori, a Tbilisi la maggioranza erano studenti. Nei dintorni di Tbilisi nacque una grande organizzazione anarchica rurale, fatta da contadini. Gli anarchici di Tbilisi facevano una propaganda molto efficace. Dopo uno esproprio alla borghesia, comprarono una tipografia e pubblicarono il giornale “Musha” (Lavoro), il cui direttore era il comunista-anarchico Shalva Gogel. Inoltre pubblicavano la rivista teorica “Nabat” e numerosi opuscoli sulle teorie sociali, le idee filosofiche ed economiche degli anarchici. A Tbilisi venne pubblicato “СВОБОДА” (Libertà) dal comitato anarchico, uno dei gruppi anarchici autonomi, dove si può leggere: “Noi anarchici vogliamo che la ricchezza accumulata appartenga a tutti… Il diritto di proprietà deve essere abolito, e pure il governo dello Stato insieme alle leggi… La felicità ed il benessere di tutti si devono raggiungere mediante un accordo volontario tra uomini liberi e mediante i principi comunisti… Noi anarchici ci opponiamo fermamente a che la gente sia controllata da propri rappresentanti eletti che non fanno altro che parlare nel Parlamento, e li chiamiamo a lottare per il benessere del popolo e non per la conquista del potere nelle loro mani e dei loro partiti, mentre la gente continua a morire di fame, inferma ed immiserita…”.
Una caratteristica speciale degli anarchici furono le operazioni di lotta contro le autorità. A differenza dei terroristi politici che puntavano solo al re, gli anarchici organizzarono azioni insurrezionali particolarmente contro la borghesia e gli amministratori delle fabbriche, colpevoli di uno sfruttamento brutale dei lavoratori, ma non si fecero scrupolo di attaccare anche esponenti dell’apparato repressivo dello Stato. Tra le operazioni militari anarchiche a Tbilisi si ricordano soprattutto gli espropri, insieme con attivisti vicini all’anarchismo (in quel periodo), i socialisti-federalisti, nella provincia di Tiflistskoy Dusheti, nell’ottobre del 1907, in cui venne confiscato un bottino di 250.000 rubli (una grande somma di denaro per quei tempi).
Probabilmente, la debolezza del movimento anarchico in Georgia in quel momento fu la sua su carenza di una struttura organizzata.
Infine
In Russia, agli inizi del XX secolo, vi erano vari centri importanti di diffusione delle idee comuniste-anarchiche: Bialystok, Baku, Kutaisi e alcune zone della Siberia. La maggior parte degli anarchici erano giovani lavoratori che lottavano contro lo sfruttamento (10-18 ore al giorno per una miseria senza garanzie sociali di base di assistenza sociale) e contro il terrore del governo. In condizioni di costanti umiliazioni nella vita quotidiana ed anche in condizioni di repressione brutale, da parte del governo zarista che proteggeva i suoi interessi di fronte a qualunque intento dei lavoratori, i sabotaggi e le azioni militari erano l’unica forma di risposta adeguata alla violenza governativa. Con una componente proletaria predominante nella sua composizione, il movimento ribelle comunista-anarchico affondava le sue radici in un popolo orgoglioso che rifiutava la schiavitù del lavoro salariato.
Traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali
http://rkas.org.ua/forum/viewtopic.php?f=6&t=97
http://www.fdca.it/storico/magazzino/transcaucasia1904.htm