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 La risposta anarchica all’elezione di Trump

trumpLa vittoria a sorpresa di Donald Trump lo scorso martedì ha rapidamente mostrato alla gente di questo paese (e di tutto il mondo) un panorama politico molto diverso di quanto ci aspettassimo. Stiamo assistendo a un aumento degli attacchi da parte di una destra imbaldanzita dalla vittoria, in uno scenario molto simile a quello che è successo all’inizio di quest’anno dopo il successo del referendum sulla Brexit nel Regno Unito. L’incompetenza e la capitolazione del PD ha costretto molti dei suoi ex sostenitori a riconoscere che la lotta contro l’estrema destra non può essere vinta con una politica elettorale liberale. Questa nuova realtà obbliga  gli anti-autoritari di ogni colore a raccogliere la sfida di costruire forti movimenti per la difesa della classe lavoratrice in questa nuova atmosfera.
Molto si scriverà nelle prossime settimane per capire, dal punto di vista democratico, “che cosa è andato storto.” Già molti autori hanno sostenuto che il successo di Trump è solo il risultato del nazionalismo bianco e della misoginia. Parte del fascino di Trump sta nel fatto che le sue idee sono una risposta razzista all’attuale  presidente nero. L’aperto abbraccio di Trump alla supremazia bianca e al patriarcato è stato cruciale per la sua vittoria, ma non crediamo che possa raccontare tutta la storia. Non può, per esempio, spiegare perché Trump ha ricevuto più di altri recenti candidati repubblicani, voti dai latinos, dalle donne e dagli elettori neri.

Un’altra narrazione afferma che nella rust-belt americana come in Europa, ci sia stato un voto di sfida agli effetti devastanti di decenni di austerità, di accordi commerciali neoliberisti e di orientamento verso le multinazionali. Questa sfida, negli Stati Uniti e altrove, si è espressa nella forma del nazionalismo xenofobo. Vi è una notevole quantità di verità anche in questo, ma non può spiegare molto del successo di Trump senza riconoscere il guadagno ottenuto in questa elezione da un grave richiamo esercitato da un aperto nazionalismo bianco e dalla misoginia.

sintomi trumpisti


Forse l’aspetto più rivelatore di questo momento è che dopo aver trascorso mesi nel descrivere Trump come una grave minaccia per la vita delle donne, per le persone di colore, per i queer, i trans e i disabili, l’intero PD ha subito capitolato davanti all’avversario. Hanno chiarito che per essi preservare questo sistema a pezzi è di gran lunga più importante delle nostre vite. Molti nella loro base stanno vedendo per la prima volta i veri colori del partito, e  stanno aderendo al di fuori di esso a organizzazioni radicali allo scopo di portare avanti quella lotta che i democratici così rapidamente hanno abbandonato. Già stiamo assistendo ad attacchi contro i musulmani, contro gli immigrati, contro persone di ogni colore oltre il bianco, contro i queer e i trans. Questa non è astrazione, sta già accadendo. Dovremmo aspettarci un peggioramento e dobbiamo fare dell’organizzazione dell’opposizione una priorità assoluta.

Per gli anti-autoritari, questa è una sfida fondamentale da affrontare. Molti a sinistra continueranno a sostenere candidati indipendenti, terzi partiti, o democratici “progressisti” come Bernie Sanders. A costoro non solo dobbiamo rispondere  che si tratta di una strategia senza via d’uscita, ma dobbiamo offrire serie alternative alle persone per impegnarsi e capire ciò che intendiamo con la nostra parola d’ordine di  Comunità Auto-Difesa.

Attraverso gli Stati Uniti, dalle città alle aree rurali, è imperativo che gli anarchici e gli antiautoritari si sforzino di costruire organizzazioni per combattere una estrema destra imbaldanzita, di sostenere attraverso l’azione militante le esigenze delle comunità della classe operaia, di combattere la repressione di stato. Dobbiamo incoraggiare un’ampia partecipazione di quelli che sono ora alla ricerca di una alternativa alla strategia fallita che ci ha portato a questo momento. Andando avanti, dobbiamo essere sicuri di resistere alla forza del non profit e dell’elettoralismo che sicuramente torneranno ad ostacolare qualsiasi attività radicale una volta che il PD recuperi.

Trump è un opportunista che ha capito la frustrazione dei bianchi per lo più in difficoltà e rosi da quella rabbia. Egli non è  un vero fascista, ma ha tendenze fasciste che incoraggiano fascisti e autoritari di tutte le risme. Dargli del fascista può limitare la nostra comprensione del fascismo, che abbiamo bisogno di sviluppare al fine di contrastarlo meglio.

Siamo incoraggiati dal fatto che in tanti sono scesi per le strade in tutto il paese. Speriamo che molti di più faranno lo stesso. Agli attacchi di Trump sotto forma di scelte politiche ed agli attacchi fisici ed alle intimidazioni dei suoi sostenitori, bisogna opporsi fin dal primo giorno.

Le nostre organizzazioni devono essere efficaci. Il senso di disperazione che molti avvertono è il frutto della realtà di un’ascesa dell’estrema destra, che in questo momento, si trova ad affrontare ben poca resistenza. Il senso di urgenza che molti di noi avvertono è un riconoscimento della necessità di costruire questa  resistenza. E’ tempo per noi di assumerci tale compito, per trovare nuovi compagni pronti a combattere, e combattere. Nessuno verrà a salvarci, non possiamo usare il sistema elettorale per la lotta contro l’estrema destra in modo efficace. E’ ora di smettere di aspettare e di difenderci reciprocamente per le strade!


Cosa bisogna fare:
1. No a lavorare per un “lenimento” nazionale, no ad un periodo di grazia per il regime di Trump
2. Prendere le strade – costruire una resistenza militante
3. Costruire organizzazioni di difesa della classe lavoratrice che resistano agli attacchi razzisti, alle aggressioni sessuali, ai raid securitari ed alle deportazioni ai danni degli immigrati e dei senza tetto, alla violenza della polizia ed alla repressione di stato
4. Mobilitarsi ed organizzarsi per la lotta dei lavoratori – compreso uno sciopero generale contro Trump
5. No al contenimento della lotta interna al Partito Democratico, no all’elettoralismo ed al Complesso Industriale del Non-Profit

First of May Anarchist Alliance

(traduzione a cura di AL/fdca – Ufficio Relazioni Interazionali)

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