17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia. Cecenia e non solo
La Novaya Gazeta, un giornale di opposizione in Russia, ha pubblicato una serie di report sulla Cecenia riguardanti la detenzione di decine di uomini in un carcere segreto “perchè di orientamento sessuale non tradizionale o sospettati di esserlo”. Il giornale russo scrive che le recenti ondate repressive hanno portato all’arresto di più di 100 uomini ed alla morte di almeno tre di loro.
Le atrocità riportate dal giornale russo non sono state confermate da fonti indipendenti, tuttavia Human Rights Watch sostiene che qualcosa sta davvero succedendo, in base alle informazioni raccolte da fonti affidabili.
Tanya Lokshina, direttrice del programma di HRW in Russia sostiene che il numero delle fonti e la coerenza delle storie non lasciano dubbi sul devastante sviluppo della campagna anti-gay in corso in Cecenia.
Ekaterina Sokirianskaia dell’International Crisis Group, esperta nelle questioni del Caucaso del Nord, ha ricevuto medesime conferme dalle sue fonti.
Una linea diretta, attivata in Russia dal LGBT-Network per i Ceceni, ha ricevuto più di dieci chiamate dalla Cecenia nelle due settimane successive alla pubblicazione dell’articolo sulla Novaya Gazeta.
La brutalità della repressione dimostra quanto la Cecenia sia diventata un feudo del suo presidente Ramzan Kadyrov. Il portavoce del presidente ceceno ha replicato alla Novaya Gazeta negando che ci siano persone gay in Cecenia dal momento che “Se ci fossero persone del genere in Cecenia, gli organi di polizia non avrebbero niente a che vedere con loro, poichè i parenti di costoro li avrebbero già mandati in un posto da cui non farebbero più ritorno”.
Chi crede che solo un intervento di Putin potrebbe indurre le autorità cecene a mettere fine a questa persecuzione, trascura il fatto che il Cremlino dipende dal presidente Kadyrov per garantire la stabilità della repubblica cecena, cosa che sta impegnando il Cremlino da anni.
Infatti Kadyrov dispone di una forza di sicurezza personale di circa 20.000 uomini e la sua repubblica è stretta osservante di codici religiosi e sociali ultra-tradizionali, che sfuggono persino alla legislazione russa; lo stesso Kadyrov si sarebbe dichiarato favorevole alla poligamia ed al delitto d’onore. Qualsiasi dibattito sull’omosessualità è tabù e le persone gay sono del tutto invisibili.
Il che rende complessa l’azione di contatto con loro e quella di documentazione della repressione.
“Le informazioni arrivano con ritardo” sostiene Igor Kochetkov del LGBT-Network russo che ha anche iniziato un programma di evacuazione dalla regione.
La realtà della brutale repressione potrebbe essere anche più profonda di quella descritta dalla Novaya Gazeta.
Come sostiene Ekaterina Sokirianskaia:”Abbiamo solo iniziato a vedere la punta dell’iceberg”.
Alternativa Libertaria solidarizza con la comunità LGBT della Federazione Russa, contro gli arresti e le aggressioni in Cecenia, in Russia, e in altri paesi della Federazione ove già da due anni è stato imposto il divieto di libera espressione sulla stampa e negli spazi pubblici, sosteniamo la controinformazione sui fatti che accadono e sensibilizziamo in modo che il pensiero autoritario e neo-religioso tradizionalista nei paese della Federazione sia smascherato come strumento di dominio sulla popolazione.
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