Appello di solidarietà dal Sudafrica– I ‘quattro di Boiketlong’ e la criminalizzazione della povertà e della protesta: Libertà per Dinah e Sipho, giustizia per Papi!
Quattro attivisti di Boiketlong in the Vaal, a sud di Johannesburg, sono stati condannati a 16 anni di carcere per quanto avvenuto durante una protesta per il diritto alla casa e lo sviluppo della township, sulla base di una legge dell’apartheid del 1973 nota come “proposito comune”. Anche senza alcuna evidenza che collegasse i quattro agli atti accaduti (l’attacco al consigliere locale dell’ANC e l’incendio della sua abitazione) senza testimoni che potessero collocarli sulla scena al momento dei fatti, tutti e quattro sono stati giudicati colpevoli semplicemente per il loro ruolo di leaders della comunità. Un anno dopo i fatti, nel 2016, è scomparso in circostanze misteriose anche Papi Tobias, un importante testimone che poteva dimostrare che almeno una di loro, Dinah Makhetha, non era neanche presente in quella protesta.
Papi, padre di tre figli, è stato un attivista comunitario della lotta per la casa e per lo sviluppo della township, spesso alla guida delle proteste per l’ottenimento dei servizi pubblici.
Membro del comitato per la raccolta fondi per le spese legali dei 4 di Boiketlong, sei giorni prima della sua scomparsa, aveva lanciato pesanti accuse contro il comitato stesso, per un cattivo uso dei soldi raccolti per la difesa dei 4 di Boiketlong e accusando il comitato di non essere autonomo ma controllato dall’ANC, ribadendo la sua disponibilità a testimoniare che Dinah non era presente nei pressi dell’abitazione del consigliere quando fu appiccato il fuoco, e che lei e gli altri 3 furono accusati ingiustamente.
Si suppone che uno dei membri del comitato sospettato del cattivo uso dei fondi, un leader locale dell’ANC e membro del Boiketlong Concern Group, dominato dall’ANC, sia dietro la scomparsa di Papi insieme a al brigadiere Scheepers (ultimo ad avere visto vivo Papi) e al sindaco della municipalità locale di Emfuleni, Simon Mofokeng.
Poco prima della sua scomparsa, il cane di Papi fu ucciso e un membro del Boiketlong Concern Group disse che circolavano delle voci sul fatto che la vita di Papi fosse in pericolo.
Papi è ormai scomparso da più di un anno e si crede che sia morto. La sua scomparsa e la sua sospetta morte hanno quasi certamente una motivazione politica e sono collegati al suo ruolo nelle lotte per i servizi pubblici, la casa e lo sviluppo della township, e per la dichiarazione circa la presunta corruzione o un cattivo uso del denaro raccolto per le spese legali dei 4 di Boiketlong, da parte del sindaco e dei membri del comitato per la raccolta fondi.
Gli investigatori che seguono il caso sembrano aver fatto pochi sforzi per stabilire il destino di Papi o la sua ubicazione, e nessuna indagine sembra essere in corso. A tutt’oggi nessuno è stato arrestato o accusato in relazione alla scomparsa di Papi.
Rilasciati su cauzione dopo 9 mesi di carcere, a giugno 2017 due degli accusati, Dinah e Sipho Manganye sono dovuti tornare in cella durante il processo di appello, (Pulane Mahlangu non si è presentato all’udienza ed è attualmente latitante mentre Dan Sekuti Molefe, già sofferente prima dell’arresto, non ha retto alle ingiuste accuse e si è suicidato).
Parliamo quindi di attivisti impegnati nella protesta della comunità per il diritto alla casa, lo sviluppo della township e per quello che il governo dell’ANC ha promesso loro (e alla classe lavoratrice nera del Sud Africa) per oltre 20 anni. L’essere poveri e il combattere per cambiare la loro condizione e risollevare loro stessi e la loro comunità è il loro solo crimine.
Si pensa che essi siano stati oggetto di una manovra politica dello stato, su richiesta della locale sezione dell’ANC, per sopprimere e criminalizzare le loro attività, a causa del loro ruolo di opposizione alle politiche contro i poveri, implementate dal governo neoliberale dell’ANC, e per aver evidenziato e combattuto la corruzione della classe politica locale.
Non sono criminali, sono prigionieri politici della lotta di classe.
Sono stati accusati ingiustamente a causa del loro ruolo nella proteste comunitarie, causate da un trattamento ingiusto, corruzione e malgoverno. La classe lavoratrice nera in Sud Africa ha sofferto abbastanza il peso della povertà e della disuguaglianza, ma quando scendiamo in strada per protestare, soffriamo la potente repressione dello stato e la brutalità della polizia. I politici, che si suppone siano al potere al servizio della comunità, presto se lo dimenticano a causa del fatto che iniziano a vivere nel lusso.
Così come molte townships, aree rurali e comunità povere in tutto il Sud Africa, la classe lavoratrice nera e povera della comunità di Boiketlong ha per molto tempo sofferto per le promesse non mantenute dal governo dell’ANC. Fin dalle prime elezioni multirazziali del 1994, l’ANC è stato ripetutamente rieletto sulla base di vuote promesse di creazione di lavoro, servizi e sviluppo e ristrutturazione delle townships e delle altre aree degradate, che hanno per lungo tempo sofferto dell’assenza di adeguati e accessibili servizi igienici, acqua, elettricità e abitazioni, così come di educazione, salute, ecc., parte dell’eredità del colonialismo e di capitalismo e apartheid.
Dovendo affrontare il crescente malcontento e la protesta in risposta alla mancanza di volontà politica e inadeguatezza, a causa delle politiche neoliberali adottate, senza neanche intraprendere il tentativo di rispettare le proprie promesse e implementare uno sviluppo su larga scala, la ristrutturazione delle townships, la riforma agraria, la creazione di lavoro e servizi, il governo dell’ANC sta costantemente rispondendo con la criminalizzazione della protesta e dei poveri, al fine di sopprimere e contenere le lotte sociali e la resistenza della classe lavoratrice.
Questo a causa dei due processi in cui la classe politica è coinvolta: usare lo Stato per accumulare ricchezza privata, e far rispettare le politiche neoliberali di redistribuzione verso l’alto della ricchezza, dalla classe lavoratrice nera verso la classe dominante, fatta di bianchi, e ora neri, capitalisti privati così come politici e dirigenti pubblici.
In questo modo è possibile recuperare e mantenere i profitti trasferendo i costi della crisi economica sulla classe lavoratrice, in particolare sui neri. Questo viene fatto mediante la commercializzazione e la privatizzazione, la flessibilità del lavoro, le politiche di austerità e i tagli sulla spesa pubblica, l’esternalizzazione e le aggressive misure di recupero dei costi.
A livello locale, l’esternalizzazione ha portato a contratti e gare per l’edilizia, i servizi e lo sviluppo di infrastrutture dispensati a individui e proprietari di società, politicamente connessi in particolare alla nuova BEE (Black Economic Empowerment) élite che ha prodotto nepotismo, corruzione e clientelismo su larga scala. Al fine di fare quanto più profitto possibile attraverso questi contratti, questa nuova élite economica nera abbatte i costi attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, usando materiali più a buon mercato e risparmiando su sicurezza e standards. Questo è il motivo del perché tante case presentano lesioni e cadono a pezzi, e i servizi nelle townships sono così terribili.
La classe politica a livello locale, provinciale e nazionale, sia dell’ANC che, in alcune aree, della DA (ndt Alleanza democratica, principale forza di opposizione), usa il controllo e l’accesso alle risorse statali al fine di accumulare ricchezza privata e consolidare il proprio potere e controllo dello stato e delle sue risorse. Questo è il significato di “corruzione”, e viene fatto a spese della classe lavoratrice nera e dei poveri, che non ottengono niente al di là di abitazioni e servizi di qualità scadente e repressione statale, qualora si ribellino.
Questo può finire solo tramite una coerente e indipendente lotta di classe e resistenza ed è ciò che la classe dominante teme, e il motivo per cui lo Stato e l’élite politica che lo controlla stanno costantemente ricorrendo alla criminalizzazione della povertà e della protesta, al fine di sopprimere la resistenza della classe lavoratrice.
Il governo dell’ANC vuole, tramite l’esempio dei quattro di Boiketlong, lanciare un forte messaggio ai poveri, ai disoccupati e alla gioventù emarginata che guida e partecipa alle proteste per la terra e la casa, per il lavoro e i servizi.
Il messaggio è che se osi organizzare o partecipare alle lotte sociali per i tuoi diritti, esporti in prima persona o semplicemente prendere posizione contro la crescente corruzione dell’élite politica, sarai colpito rapidamente e duramente. Le pesanti sentenze comminate ai quattro di Boiketlong, nonchè il rifiuto della scarcerazione su cauzione e del permesso all’appello, sono tutti finalizzati a intimidire e scoraggiare altri dalla resistenza e dalla protesta indipendente della classe lavoratrice.
E’ quindi di estrema importanza che i/le militanti della lotta di classe facciano qualsiasi cosa, compatibilmente con i loro mezzi, per sostenere la compagna per la revoca della condanna e della sentenza, perché se non lo facciamo, lo Stato sudafricano userà questo caso come un precedente al fine di criminalizzare ulteriormente la povertà e la protesta, e altre persone saranno trascinate in prigione sulla base di presunte accuse e colpite con dure sentenze per il fatto di protestare contro la loro povertà e combattere per i loro diritti.
Facciamo appello ai nostri compagni e alle nostre compagne, alleati e alleate, e a tutte le persone che nel mondo amano la libertà e la giustizia affinché si dimostrino solidali con Sipho e Dinah e chiedano giustizia sia per loro che per Papi.
LIBERTÀ PER DINAH AND SIPHO! GIUSTIZIA PER PAPI!
STOP ALLA CRIMINALIZZAZIONE DELLA POVERTÀ E DELLA PROTESTA!
DIFENDIAMO IL NOSTRO DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE, ASSOCIAZIONE E PROTESTA!
Cosa si può fare:
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Diffondere quest’appello di solidarietà sui social media e nelle vostre organizzazioni, reti e movimenti;
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Scrivere lettere e articoli sul caso e pubblicarli sulla stampa alternativa e, dove possibile, sui principali quotidiani, riviste, ecc.;
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Discutere del caso e dell’appello di solidarietà su podcasts e radio comunitarie, durante incontri comunitari, studenteschi e di lavoratori e lavoratrici;
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Fare foto delle attività e delle azioni di solidarietà, o di voi stessi o della vostra organizzazione con manifesti e cartelli, recanti messaggi di supporto o di richiesta di scarcerazione di Sipho e Dinah e di revoca della loro condanna, e pubblicatele sui social media con i sottostanti hashtags e handles;
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Scrivere lettere di supporto a Dinah, Sipho e/o alla famiglia di Papi, e scrivere mails agli indirizzi zacf@riseup.net e orangefarmadvicecentre@gmail.com, da cui poi verranno loro trasmesse;
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Fare pressione sul Legal Aid SA affinché venga data priorità al caso, tramite telefonate, inviando loro emails e fax;
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Far sapere al governo del Sud Africa che il caso è giunto alla ribalta internazionale, telefonando, scrivendo emails e fax alla Presidenza e al Dipartimento di Giustizia e Sviluppo Costituzionale, per chiedere che la loro condanna venga revocata, le accuse ritirate e affinché venga effettuata un’indagine sul destino di Papi Tobias.
Sui social media usa gli hashtags #Boiketlong4Solidarity #Boiketlong4 #FreedomforDinahandSipho #JusticeforPapiTobias
Su Twitter usa gli handles @PresidencyZA @GovernmentZA @EmfuleniLM @DOJCD_ZA @LegalAidSA1 @ZabalazaNews
INDIRIZZI UTILI
Presidenza della Repubblica Sudafricana
Tel: +27 12 300 5200
Fax: +27 12 323 8246
Email: president@presidency.gov.za
Ufficio del Vicepresidente Cyril Ramaphosa
Tel: +27 12 308 5316
E-mail: Deputypresident@presidency.gov.za
Ministro della Giustizia e dei Servizi di correzione
Tel: +27 12 406 4669
Fax: +27 12 406 4680
E-mail: ministry@justice.gov.za
Viceministro per la Giustizia e lo Sviluppo Costituzionale
7Tel: +27 12 406 4854
Fax: +27 12 406 4878
E-mail: deputyminister@justice.gov.za
Sede centrale del Legal Aid South Africa
Tel: +27 11 877 2000
Centro di Giustizia di Pretoria del Legal Aid SA
Tel: +27 12 401 9200
Fax: +27 12 324 1950
Centro di Giustizia di Vereeniging del Legal Aid SA
Tel: +27 16 421 3527
Fax: +27 16 421 4287
da Zabalaza Call for Solidarity The ‘Boiketlong Four’ and the Criminalisation of Poverty and Protest