Decreto INsicurezza, i sindaci, la folla, i migranti in mare.
Senza nessuna falsa illusione, ma profondamente attaccati con realismo alla fase attuale che vede crescere sempre più la deriva fascista e razzista, non possiamo che guardare con attenzione la presa di posizione di alcuni sindaci, con alla testa Orlando, contro la chiusura dei porti e il decreto sicurezza del governo attuale, mentre 49 esseri umani erano e sono in mare, bloccati a bordo di una nave a cui è stato negato, contrariamente ad ogni minimo criterio di rispetto della vita, l’ingresso in porto.
Se è vero che a Palermo, si incomincia a dire ”Non esistono stranieri, non esistono razze. Esiste solo una razza, la razza umana”, è anche vero che, troppo spesso, c’è chi replica: “Prima gli italiani, pulisci la città prima di pensare ai migranti”, oppure che “Prima dobbiamo pensare ai milioni di italiani poveri e disoccupati, difendendoli dai troppi reati commessi da immigrati clandestini, poi salveremo anche il resto del mondo” o ancora “È normale che l’assistenza sanitaria sia gratuita per qualsiasi clandestino?”.
Tutto questo dimostra la presa che ha sulla folla la paura del diverso, il disorientamento di classe, la retorica del fascismo.
Per noi militanti di AL/FdCA la lotta contro il criminale decreto sicurezza, non può essere fatta senza una corretta visione di classe, nel più ampio scenario delle lotte per il riscatto sociale, contro tutte le forze politiche che hanno governato, unite a tutela degli interessi dei padroni del capitale, che hanno bisogno di creare sempre più clandestini da ricattare sfruttare e rendere schiavi.
Abbiamo denunciato per tempo tutte le politiche razziste e gli accordi infami di contenimento internazionale firmate dai governi precedenti, ma nello stesso tempo, senza sconti nè deleghe a nessuno, riteniamo necessario ancora una volta impegnarci per la costruzione di percorsi unitari contro la sub cultura fascista, il razzismo, il potere dei padroni, e per fare questo abbiamo bisogno di ritrovare e far crescere il cammino per una nuova resistenza, che unisca ampi settori sociali. Non solo cercare di tamponare il disastro umanitario che sta per riversarsi nelle nostre disgraziate periferie, ma continuare ad alzare la voce pretendendo il rispetto dei diritti fondamentali, come diciamo nel nostro ultimo comunicato sul decreto Insicurezza