Gli anarchici e l’occupazione delle fabbriche del 1920
Evento on line in collaborazione con Il venerdì Libertario
venerdì 29 GENNAIO 2021 alle 18:00
Per seguire https://www.gotomeet.me/Movimento13Gennaio –
Incontro con Adriana Dadà
Nella primavera/estate del 1920 si combatte in molte parti d’Italia una delle tante fasi della lotta di classe, all’interno di quello che viene definito il biennio rosso. L’elemento più conosciuto di questo ciclo di lotte è l’occupazione delle fabbriche con epicentro a Torino.
Nel racconto di politici, storici e militanti comunisti la centralità di Torino è determinata dalla presenza di Antonio Gramsci e della rivista “Ordine Nuovo”.
Studiando i materiali documentari dell’epoca si scopre invece il ruolo fondamentale degli anarchici in quel periodo, in quella città e molte altre aree del paese.
Non sarà un caso se il segretario delle Fiom di Torino è Pietro Ferrero, notoriamente comunista anarchico, che opera, insieme a molti militanti delle organizzazioni anarchiche nella Camera del Lavoro e all’interno dell’Unione Anarchica d’Italia. Fu barbaramente trucidato dai fascisti nell’attacco alla Camera del lavoro, ma il suo busto rimase nella sede della Camera del Lavoro fino alla ristrutturazione di una ventina di anno fa.
Rileggendo la rivista “Ordine Nuovo” si scoprirà che uno dei più ferrati teorici dei Consigli è Pietro Mosso, già allora autore di un’analisi sul taylorismo, anche lui riconosciuto e attivo come anarchico.
Il tutto può essere meglio compreso se si considera che prima della grande lotta dell’agosto/settembre gli anarchici si erano riuniti a congresso a Bologna, dall’1 al 4 agosto, e fra i documenti più importanti che discussero (in un lungo odg che dimostra la loro capacità di analisi strategica) c’è proprio la relazione di Maurizio Garino, anche lui attivo a Torino, su “I consigli di fabbrica e di azienda”.
Ancor più ora nel 2021, anno nel quale ci saranno celebrazioni del centenario della nascita del Partito Comunista, è utile ampliare le conoscenza sulla complessità di quel momento e sul ruolo centrale dei comunisti anarchici.
Nel racconto di politici, storici e militanti comunisti la centralità di Torino è determinata dalla presenza di Antonio Gramsci e della rivista “Ordine Nuovo”.
Studiando i materiali documentari dell’epoca si scopre invece il ruolo fondamentale degli anarchici in quel periodo, in quella città e molte altre aree del paese.
Non sarà un caso se il segretario delle Fiom di Torino è Pietro Ferrero, notoriamente comunista anarchico, che opera, insieme a molti militanti delle organizzazioni anarchiche nella Camera del Lavoro e all’interno dell’Unione Anarchica d’Italia. Fu barbaramente trucidato dai fascisti nell’attacco alla Camera del lavoro, ma il suo busto rimase nella sede della Camera del Lavoro fino alla ristrutturazione di una ventina di anno fa.
Rileggendo la rivista “Ordine Nuovo” si scoprirà che uno dei più ferrati teorici dei Consigli è Pietro Mosso, già allora autore di un’analisi sul taylorismo, anche lui riconosciuto e attivo come anarchico.
Il tutto può essere meglio compreso se si considera che prima della grande lotta dell’agosto/settembre gli anarchici si erano riuniti a congresso a Bologna, dall’1 al 4 agosto, e fra i documenti più importanti che discussero (in un lungo odg che dimostra la loro capacità di analisi strategica) c’è proprio la relazione di Maurizio Garino, anche lui attivo a Torino, su “I consigli di fabbrica e di azienda”.
Ancor più ora nel 2021, anno nel quale ci saranno celebrazioni del centenario della nascita del Partito Comunista, è utile ampliare le conoscenza sulla complessità di quel momento e sul ruolo centrale dei comunisti anarchici.
Aggiornamenti e materiali sulla pagina FB dell’evento l’evento sarà successivamente messo on line sul canale yoube del Venerdì Libertario