Dichiarazione congiunta internazionalista
Il mondo guarda oggi alla Colombia; le sue vie e le sue strade sono state il palcoscenico in cui il popolo è esploso con dignitosa rabbia in un grido impetuoso che risuona e non può passare inosservato. La protesta sociale, che va avanti ininterrottamente dal 28 aprile, è la risposta all’aggravarsi della povertà e della precarietà di vita (conseguenze inevitabili del modello neoliberale) che, nel mezzo della crisi sanitaria, economica e sociale, si traduce in 1,7 milioni di case colombiane che mangiano solo due volte al giorno, un tasso di disoccupazione del 14,2% e quasi la metà della popolazione, il 42,2%, in una condizione di povertà.
Situazioni simili sono vissute dalle persone in diverse regioni del mondo, in America Latina, per esempio, alla fine dello scorso anno, il tasso di povertà ha raggiunto il 33,7%, il tasso di disoccupazione era del 10,7% e 78 milioni di persone erano in estrema povertà (8 milioni in più rispetto al 2019). La risposta dei governi in carica a questa crisi sociale sono stati i tentativi di aggiustamento economico, cioè l’aumento e la diversificazione della tassazione per la classe lavoratrice, manifestatasi, per il caso colombiano, nel terzo tentativo di riforma fiscale del governo di ultradestra Iván Duque. Coloro che pagano la crisi non sono i suoi principali generatori, ma il popolo impoverito e sfruttato.
In questo contesto, migliaia di persone in Colombia si sono mobilitate, soprattutto la gioventù popolare. Nei quartieri, nelle vie e nelle strade stanno resistendo e mantenendo la protesta con barricate, cacerolazos e assemblee. La giusta lotta che il popolo colombiano sta conducendo oggi alimenta l’ondata di proteste e rivolte che, dal 2019, si sono sviluppate in America Latina come momenti dirompenti che riattivano l’organizzazione popolare.
Da parte sua, lo stato colombiano ha risposto, come fanno tutti gli stati quando vedono i loro interessi minacciati, con repressione e violenza sproporzionata. Le cifre sono terrificanti e parlano da sole; all’8 maggio, 47 persone erano state uccise (39 dalla violenza della polizia), 451 ferite (32 con ferite agli occhi e 32 con armi da fuoco), 12 vittime di violenza di genere, 548 scomparse e 963 persone detenute (campagna Defend Freedom: Everyone’s Business, ONG Temblores e Ombudsman’s Office Colombia).
Di fronte alla brutale repressione perpetrata dal governo di Ivan Duque contro chi lotta in Colombia, chiediamo una solidarietà attiva, di organizzare giornate di protesta in tutti i territori e di denunciare, con tutti i mezzi possibili, ciò che oggi affligge il popolo colombiano. La solidarietà internazionalista è la salvaguardia delle lotte che forgiamo, per questo, oggi, sosteniamo le richieste dello sciopero nazionale: fermare la violenza di stato, ritirare la riforma sanitaria e garantire un reddito di base universale!
Solidarietà con i popoli che lottano!
Viva lo sciopero nazionale!
Di fronte alla repressione statale, solidarietà e organizzazione popolare!
☆ Grupo Libertario Vía Libre (Colombia)
☆ Coordenação Anarquista Brasileira – CAB
☆ Federación Anarquista Uruguaya – FAU
☆ Federación Anarquista de Rosario – FAR (Argentina)
☆ Organización Anarquista de Córdoba – OAC (Argentina)
☆ Organización Anarquista de Tucumán – OAT (Argentina)
☆ Roja y Negra – Organización Política Anarquista (Buenos Aires, Argentina)
☆ Federación Anarquista Santiago – FAS (Cile)
☆ Union Communiste Libertaire (Francia & Belgio)
☆ Embat – Organització Llibertària de Catalunya (Catalogna)
☆ Alternativa Libertaria – AL/fdca (Italia)
☆ Devrimci Anarşist Federasyon – DAF (Turchia)
☆ Organisation Socialiste Libertaire – OSL (Svizzera)
☆ Workers Solidarity Movement – WSM (Irlanda)
☆ Αναρχική Ομοσπονδία – Anarchist Federation (Grecia)
☆ Melbourne Anarchist Communist Group – MACG (Australia)
☆ Aotearoa Workers Solidarity Movement – AWSM (Aotearoa / Nuova Zelanda)
☆ Zabalaza Anarchist Communist Front – ZACF (Sudafrica)