Costruiamo lo sciopero generale nazionale
Venerdì 9 luglio 2021.
La multinazionale GKN comunica via mail alle lavoratrici e ai lavoratori la chiusura dello stabilimento di Campi Bisenzio (Fi). La chiusura comporta 422 licenziamenti in tronco e, in considerazione dell’indotto, oltre 500 famiglie si troveranno prive di una fondamentale fonte di reddito.
Mercoledì 14 luglio 2021.
La multinazionale Whirlpool comunica per videoconferenza alle OO.SS l’intenzione di avviare il licenziamento di 322 nello stabilimento di Napoli senza ricorrere alla cassa integrazione di 13 settimane messe a disposizione dal governo per evitare i licenziamenti.
L’intesa sullo sblocco dei licenziamenti, “l’avviso comune”, siglata il 30 giugno da Confindustria, dal Governo con l’avvallo subalterno delle Organizzazioni sindacali Confederali, ha dimostrato tutta la sua fragilità e inadeguatezza tanto da essere immediatamente e completamente disatteso proprio dalla controparte multinazionale. Si prospetta così una forte ondata di licenziamenti che, stando alle recentissime vicende, non pare rimandata all’autunno.
Queste vicende sono le ultime di una drammatica serie che ha visto il conflitto sociale crescere e affermarsi nell’emergente settore della logistica, che occupa oltre 800.000 dipendenti, dove si sono affermate forme di lotta anche radicali che, guidate in taluni casi dal sindacalismo di base, hanno visto in prima fila gli immigrati e le immigrate per difendere e migliorare le proprie condizioni di lavoro.
Si sono riscoperti e praticati metodi di lotta che appartengono alla storia del movimento operaio e sindacale quali le mobilitazioni a oltranza, i picchetti e i presidi davanti alle fabbriche. Forme di lotta che, costantemente scoraggiate dalla deriva concertativa delle burocrazie confederali, hanno rilanciato la partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori strappando anche accordi migliorativi.
Ma con l’inasprirsi del conflitto si sono moltiplicate le aggressioni alle iniziative di lotta e la repressione aperta, sia da parte degli apparati repressivi dello stato determinati a trasformare il conflitto in questioni di ordine pubblico, sia da parte della controparte padronale che ha organizzato e favorito il crumiraggio, alimentando una crescente spirale di violenza che ha determinato l’uccisione del compagno Adil Belakhdim, sindacalista del sindacato Si Cobas, travolto da un camion davanti allo stabilimento della sede logistica LIDL di Briandate (No).
A fronte delle reazioni immediate di gruppi di lavoratori e di attivisti sindacali anche la CGIL ha visto esprimere la solidarietà nei confronti delle lotte operaie e dei licenziamenti da parte di categorie e Camere del Lavoro; migliaia di attiviste e attivisti sindacali, di delegate e delegati stanno attivamente sostenendo le mobilitazioni fino allo sciopero generale dell’area fiorentina indetto contro i licenziamenti annunciati dalla multinazionale GKN da CGIL-CISL e UIL per il 19 di luglio prossimo.
E’ una prima importante risposta, ma non basterà.
Per contrastare l’offensiva padronale in atto è necessario e urgente ricostruire un tessuto di solidarietà militante attraverso un tenace intervento per unificare l’intero movimento sindacale oltre alle sigle sindacali di appartenenza. Ciò può essere raggiunto a condizione che le militanti e i militanti della lotta di classe riescano a articolare obiettivi unificanti quali:
– forti aumenti salariali nel settore privato e pubblico
– prolungare il blocco dei licenziamenti.
Rivendicare e sostenere forme di solidarietà e di sostegno alle vertenze (anche con casse di resistenza e di mutuo soccorso autogestite) nei posti di lavoro e nei territori;
-contrastare la repressione con forme articolate di controinformazione superando logiche identitarie in favore di una ricostruita unità di classe
Rivendicare investimenti per:
-rilanciare la sanità e l’istruzione pubbliche, unitamente al sistema pensionistico contrastando le forme di privatizzazione e di welfare contrattuale;
-la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;
-rilanciare i trasporti pubblici, per una concreta mobilità sostenibile e unitamente a forme di risparmio energetico per contrastare efficacemente il cambiamento climatico e la difesa dell’ambiente.
Sono questi gli obiettivi per la ripresa dell’opposizione sociale ai piani del capitale e per tornare a vincere, ponendo le prospettive per l’unità di classe dell’intero movimento di lotta.
Costruiamo su questi obiettivi unitari lo sciopero generale nazionale.