Alternativa Libertaria_FdCA

Il vecchio mondo opprime le donne. La loro forza lo distruggerà!

Marzo 08
19:11 2022

8marzoPiù di cento anni fa, l’8 marzo 1917, le lavoratrici di San Pietroburgo (Russia) scioperarono e manifestarono per il pane e la pace, partecipando così all’inizio di uno storico movimento rivoluzionario. In quel periodo, l’8 marzo come giorno di lotta per i diritti delle donne cominciò ad essere commemorato frequentemente.

Nel 2022, le donne sono ancora uno dei settori più oppressi dell’umanità, insieme alle minoranze di genere che cercano di superare la binarietà di genere. Questa situazione si verifica in ogni ambito sociale: sul lavoro, a casa, nella crisi sanitaria o in situazioni di guerra. Proprio per questo la rivolta delle donne potrebbe rovesciare gli stati, il capitalismo e il dominio razzista e patriarcale.

Doppio sfruttamento: lavoro salariato e lavoro domestico

Una doppia giornata lavorativa è la stragrande maggioranza della realtà delle donne nel mondo. Quando le donne finiscono di lavorare per i loro padroni, tornano a casa e troppo spesso devono fare tutto il lavoro domestico e di cura, o come è chiamata la “ri-produzione di forza lavoro” che serve ai capitalisti. Naturalmente, come ogni lavoro invisibile, non c’è compensazione finanziaria.

Nella sfera del lavoro salariato, tuttavia, le posizioni occupate per lo più da donne riproducono un modello simile: non essere riconosciute né visibili, al contrario essere svalutate e precarie. E sono anche indispensabili, come la crisi sanitaria ha rivelato profondamente: cassiere, assistenti, addette alle pulizie… L’intero sistema crollerebbe senza il lavoro salariato e non salariato delle donne.

Questo doppio sfruttamento è stata la condizione stessa perché questo sistema continuasse a funzionare. Ecco perché la cultura patriarcale ha dispiegato agenti ideologici così forti per legittimare e riprodurre la situazione.

Il movimento operaio ha fallito nell’organizzare i settori femminili: con la scusa che fossero poco combattive nel settore dei servizi, fintamente non strategiche nella produzione, meno capaci di assumere responsabilità politiche o sindacali, non adatte per temperamento… Molti pretesti persistono fino ad oggi per non mettere in discussione la cultura patriarcale su cui il movimento operaio è stato storicamente costruito, relegando le donne al rango di subalterne o peggio.

Tuttavia, scavando un po’ di più, la storia è ricca di numerosi casi di scioperi vittoriosi e di combattività delle donne e delle minoranze di genere. Sono sempre insorte contro il supersfruttamento che è il prodotto dell’alleanza tra patriarcato e capitalismo.

Aumentare i salari delle donne e delle minoranze di genere, riconoscere le loro qualifiche, migliorare le loro condizioni di lavoro e combattere la violenza sessista e sessuale sul lavoro: sono tutte strade che il sindacalismo rivoluzionario deve davvero intraprendere al più presto. È una necessità per le donne e le minoranze di genere ma anche per la prospettiva di cambiamento sociale radicale che tutte noi portiamo nel cuore e nelle nostre lotte.

Lo sciopero femminista è uno degli strumenti a nostra disposizione per accelerare questa evoluzione indispensabile, per giungere alla caduta dell’alleanza criminale del patriarcato e del capitalismo. E lo sciopero non è solo un appello a fermare il lavoro salariato: potrebbe anche essere lo sciopero del consumo e della cura (niente shopping, niente lavori domestici, niente cura gratuita dei bambini e degli anziani per conto di tutti…).

Gli Stati e i settori reazionari fanno la guerra alle donne

Il patriarcato è lo sfruttamento materiale, simbolico ed economico delle donne e delle minoranze di genere. Ma è anche l’appropriazione dei loro corpi, con la violenza e la limitazione dei loro diritti

In questo 2022, l’8 marzo si svolge in un contesto internazionale dove scoppiano guerre su larga scala e dove settori reazionari e misogini della società detengono l’apparato statale e sono all’attacco, come in Afghanistan, ma anche in Polonia e in diversi altri stati. La violenza di genere e sessuale è ancora più numerosa in queste situazioni specifiche e le donne sono sempre in prima linea nelle politiche del terrore, negli stupri sistematici e nel mantenimento delle donne nell’ovile dei loro oppressori

Inoltre, nel 2022, in molti paesi le donne non hanno ancora pieni diritti sul proprio corpo. Dove questo esiste formalmente, l’accesso all’aborto e ad altri contraccettivi è messo in discussione dai movimenti di estrema destra o dalle politiche di austerità.…

Dietro questi ostacoli e reticenze si nasconde l’idea che le donne non siano realmente esseri responsabili.

L’accesso all’aborto è un diritto indispensabile e trasformativo per le donne. È il momento in cui una donna sceglie liberamente se stessa prima di ogni altra cosa. Le donne esprimono la loro volontà quando scelgono di abortire. Per questo la lotta per l’aborto è centrale per l’emancipazione delle donne. L’aborto deve essere libero e accessibile, ovunque, sempre!

Organizzarsi e lottare contro il patriarcato, il capitalismo, lo Stato e i reazionari

Oggi, in più di 50 paesi, le donne e le minoranze di genere partecipano al movimento internazionale di sciopero dell’8 marzo. Il movimento femminista in Argentina ha contribuito in modo decisivo al suo rinnovamento nel 2017. Allora ci dissero: “Noi, donne del mondo, ci stiamo organizzando in una prova di forza e in un grido comune: lo Sciopero Internazionale delle Donne. Ci fermiamo. Scioperiamo. Mettiamo in pratica il mondo in cui vogliamo vivere”.

Le nostre organizzazioni abbracciano la lotta per l’emancipazione delle donne e delle minoranze di genere e incoraggiano ognuna di loro a rafforzare la lotta di classe investendo e prendendo posto in tutte le organizzazioni politiche e sociali (sindacati, organizzazioni giovanili, organizzazioni comunitarie ecc.)

Lo sciopero femminista dell’8 marzo è uno degli strumenti che proponiamo e difendiamo in questa lotta contro l’oppressione delle donne e, con loro, di tutti gli oppressi del mondo. Questo deve essere condotto dalla base, dove lavoriamo, studiamo, viviamo e lottiamo, in ogni organizzazione sociale e sindacale, con una forte attenzione all’azione diretta e all’impegno quotidiano per la rivoluzione sociale, contro le tendenze normalizzanti e istituzionalizzanti dei governi, che cercano di moderare, ritoccare e quindi canalizzare le nostre lotte nelle loro prospettive riformiste.

Contro la cultura dello stupro e del femminicidio,

Contro il doppio sfruttamento delle donne lavoratrici,

Contro il patriarcato, lo Stato e il capitalismo,

Viva la lotta delle donne lavoratrici!

Per un 8 marzo di resistenza e lotta!

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