La reazione del Questore di Pordenone alle legittime e spontanee proteste di una parte della popolazione indignata all’idea che una ronda (successivamente alle proteste del Prefetto, furbescamente chiamate “passeggiate”) di stampo fascista e razzista potesse circolare liberamente per le strade della città contro i lavoratori migranti, considerati corpi estranei al tessuto sociale, a “pericolosi delinquenti”, è un modo per scaricare le proprie responsabilità e nascondere l’incapacità di gestire l’ordine pubblico.
Riteniamo che sia stato un grave errore aver lasciato sfilare un manipolo di fascisti di Forza Nuova, organizzazione neofascista i cui dirigenti e fondatori nazionali si trovano oggi in carcere condannati per aver assaltato la sede della Cgil e i cui militanti si sono contraddistinti più volte in azioni violente contro i migranti e gli attivisti sociali antifascisti.
Non possiamo più tollerare che elementi estranei ai valori di libertà e democrazia possano tranquillamente minacciare con la loro presenza quella parte della popolazione lavoratrice costretta a svolgere quei lavori che gli italiani non vogliono più fare, pagati con salari da fame e ricattati da una legge, la “Bossi-Fini”, che li costringe ad accettare condizioni di lavoro al ribasso pur di avere un permesso di soggiorno.
Autorizzando la sfilata dei neofascisti, il Questore contribuisce a sdoganare pratiche e culture legate al fascismo, all’odio, al razzismo e all’intolleranza. Ad ognuno le sue responsabilità!
Minacciare la “linea dura” con denunce, fogli di via e, addirittura, espulsioni contro quelle persone che hanno reagito come anticorpi al cancro fascista e razzista, oltre ad avere il sapore della vendetta, ha come effetto quello di limitare gli spazi democratici di agibilità e partecipazione politica.
Di fronte a queste minacce, non possiamo che allertarci e attivarci alzando il livello della mobilitazione e della lotta.