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Dalla stagione delle lotte operaie e studentesche alla strategia della tensione

pinelli7Sono passati 50 anni da quel 12 dicembre del 1969, quando a Milano in Piazza Fontana scoppiò una bomba nella Banca Nazionale dell’Agricoltura e fece una strage di vittime innocenti, 17 morti, 18 con l’assassinio di Giuseppe Pinelli, ferroviere anarchico, spinto giù dalla finestra del quarto piano della questura il 15 dicembre. Si disse Strage di Stato senza smentita. Fu una stagione di attentati, dove si volevano gli anarchici colpevoli a ogni costo, anni di trame e depistaggi senza mai arrivare ai veri colpevoli e che vide un’ulteriore vittima Pietro Valpreda, sbattuto in prima pagina come mostro, rimase in carcere per 1110 giorni prima di essere assolto. Bombe, vittime innocenti e casuali, senza condanne e senza colpevoli. Tra il 1968 e il 1974 ci furono 140 attentati, tutti di matrice neofascista, la strage di Piazza Fontana diede inizio a quella che verrà chiamata Strategia della Tensione. Si usò la strategia stragista per fermare le lotte operaie e studentesche come azione preventiva alla temuta rottura rivoluzionaria, per prevenire una eventuale trasformazione sociale non più recuperabile.

Verso la fine degli anni ’60 si andava affermando un movimento operaio molto forte, sono gli anni dei rinnovi contrattuali, delle lotte operaie e studentesche e delle conquiste sociali. Tutto questo viene preceduto da episodi drammatici dove la polizia spara contro i manifestanti durante gli scioperi e le manifestazioni: come ad Avola dove vengono uccisi due braccianti e feriti 48, l’episodio della “Bussola” a Viareggio dove i carabinieri sparano ad un ragazzo che rimarrà paralizzato per sempre, oppure a Battipaglia la polizia spara e uccide due persone e ne ferisce duecento. Scoppiano ordigni alla fiera campionaria e alla stazione centrale oltre alle bombe sui treni nell’agosto del ’69 a Milano. Sempre a Milano il 19 novembre durante lo sciopero generale che coinvolge a livello nazionale 20 milioni di lavoratori, contro il carovita e a sostegno della riforma della casa, la polizia attacca brutalmente il corteo di lavoratori e studenti, in uno scontro durissimo rimane ucciso l’agente di polizia Annarumma, colpito , secondo la manipolata versione ufficiale, da un tubo innocenti durante gli scontri. Questo darà occasione ai picchiatori fascisti sanbabilini ( di Piazza Sanbabila a Milano) di inscenare dimostrazioni violente a “ caccia del rosso”. A seguito di questi fatti verrà proclamato uno sciopero generale il 19 dicembre che non si farà per lutto cittadino. A Pisa durante una manifestazione la polizia uccide con un candelotto lacrimogeno uno studente. Le lotte sindacali in Italia saranno accompagnate dalle manifestazioni contro la guerra in Vietnam. In ottobre in molte città americane sfileranno milioni di cittadini contro l’intervento militare americano.

Furono anni di grande partecipazione alle rivendicazioni, come quella sulle pensioni dell’inizio del’69, conosciuta come la riforma Brodolini, dal nome del ministro socialista che la propose. Ma l’autunno del 1969 sarà ricordato come “ l’autunno caldo”, dovuto alle rivendicazioni per i rinnovi contrattuali, milioni di lavoratori aspettavano il rinnovo dopo aver contribuito al boom economico elevando i profitti mentre i loro salari erano rimasti al palo. Le lotte operaie esplodono su rivendicazioni di carattere economico e politico: aumenti salariali uguali per tutti, riduzione dell’orario di lavoro a 40 ore settimanali su 5 giorni, equiparazione operai/impiegati nel trattamento di malattia e infortuni, abolizione delle gabbie salariali, diritto di assemblea in orario di lavoro, elezioni dei delegati nei Consigli di fabbrica in sostituzione delle Commissioni Interne fino ad arrivare alla approvazione dello Statuto dei lavoratori nel maggio del 1970. In un clima di crescente tensione si avranno numerosi scioperi e manifestazioni a Milano alla Pirelli Bicocca, Torino alla Fiat Mirafiori, Napoli dove viene arrestato il segretario della FIOM, in molte realtà saranno sempre più frequenti gli scontri fra i picchetti operai e la polizia.

Alla Fiat vengono licenziati 122 operai, ovunque vengono denunciati i funzionari sindacali che i lavoratori portano i fabbrica per le assemblee durante gli scioperi. Saranno condannati due anni dopo.

Si aprono però nuovi spiragli sui rinnovi contrattuali. Gli edili saranno i primi a firmare un buon contratto seguiti dai chimici, alla Pirelli si chiude la vertenza sindacale con un aumento del premio di produzione e il riconoscimento dei delegati di reparto, rimangono però senza contratto i metalmeccanici e i braccianti che influirà sul clima politico successivo rendendolo incandescente. A dicembre lavoratori e sindacato, per niente intimoriti, rilanciano sulle rivendicazioni, è qui che le rivendicazioni sindacali si saldano con le rivendicazioni sociali : quella della riforma sulla casa con il blocco degli affitti per 3 anni e quella della riforma fiscale elevando la quota dell’imposta esente dalle tasse.

Operai e sindacato, specialmente nella sua componente più conflittuale e antagonista saranno i protagonisti di quella stagione di lotte. La grande partecipazione di massa agli scioperi, alle assemblee, ai momenti decisionali sulle rivendicazioni salariali e non solo, hanno fatto di quel periodo storico un riferimento importante e un patrimonio di lotte non indifferenti, per le generazioni future. La saldatura delle lotte per il salario e le rivendicazioni sociali: casa, diritti, i bisogni dei lavoratori che sono poi i cittadini quando escono dalla fabbrica, l’unità fra operai e in alcuni settori di impiegati e tecnici, di studenti, sono stati elementi importanti per la lotta di classe nel più ampio senso del termine. La classe operaia saprà reggere per molto tempo, avvalendosi proprio di quelle esperienze di lotta, ai padroni e a quei settori reazionari che faranno dello stragismo la loro strategia negli anni successivi. Non si può dire la stessa cosa dei partiti, nemmeno il PCI che si adegua alle lotte senza entusiasmo, sempre molto critico ed eccessivamente gradualista, da tempo aveva iniziato un processo di trasformazione avvicinandosi sempre più, in modo opportunista, alle maggioranze di governo.

L’autunno caldo si chiuderà con i funerali delle vittime della strage di Piazza Fontana con una grande partecipazione cittadina e la firma del contratto dei metalmeccanici, di fatto imposto alle parti, dal ministro Donat Cattin che i metalmeccanici approvano.

Le forze di sinistra aumenteranno il loro consenso popolare specialmente il PCI. La nuova fase con la linea del compromesso storico, nuovo elemento strategico del PCI e delle compatibilità con il sistema pur di entrare nell’area di governo, cambierà la sua politica. Non solo, la linea della CGIL con la politica dei sacrifici e la svolta dell’EUR , nel ’78, svenderanno un patrimonio di lotte conquistate con duri sacrifici. Da qui in poi sarà un’altra storia.

La strage è di Stato

Prima della bomba – una breve cronologia

Eppur la nostra idea…