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Il Re è nudo

Il Re è nudo
Maggio 15
12:23 2021
La metafora dei vestiti dell’imperatore è gettonatissima in questo periodo di pandemia. E l’assurda vicenda dello studente colpito da TSO a Fano la richiama.
Un TSO come (unica)  risposta “adulta” capace di gestire uno studente recalcitrante e “disturbante”, che erge un’ espressione di disagio, tra l’altro preesistente, a caso nazionale di lotta civile con tanto di strumentalizzazione mediatica di cui a conti fatti farà le spese proprio il diretto interessato.
Al di là delle considerazioni legate al complesso caso specifico a noi rimane la fotografia di in un contesto esasperato dalla vita sotto Covid (Didattica a distanza, relazioni sociali solo digitali, limitazione nello spostarsi ecc.) che segna un punto di non ritorno di una istituzione scolastica che non riesce a dare risposte convincenti né a livello collettivo né a livello individuale, ed è costretta a rifugiarsi in dinamiche puramente autoritarie,  fino al coinvolgimento delle forze dell’ordine che   scaricano la responsabilità  sull’ istituzione ospedaliera. Che applica il “normale” protocollo e giudica indifferibile un tampone COVID in questo contesto,senza pensare alle conseguenze  nel dramma delle parti in corso.  Un sindaco che firma “come atto dovuto” un TSO a uno studente prelevato a scuola.
 Il Trattamento sanitario obbligatorio, un atto di forza che limita la libertà personale e di cura,  giustificato solo in casi che mettono a repentaglio la propria e l’altrui  incolumità, viene utilizzato in maniera totalmente burocratica su un ragazzino testardo. Una spirale  paranoica che ormai si avvita su sé stessa e in cui tutti rischiamo di collassare.
Le forme di disagio psicologico, dei giovanissimi in primis, vengono  completamente misconosciute da una scuola ormai ridotta a semplice custode, incapace di dialogare  e che espelle e lascia indietro senza rimorsi né rimpianti tutti coloro che non stanno al passo, incapace di convincere ed educare  con l’uso della ragione e del sapere scientifico, con metodi che sappia dare agli studenti, e non solo, la capacità di distinguere la differenza tra “opinione”, “fake” e percorso di ricerca scientifica.In cui la responabilità educativa è subordinata alla gestione manageriale del dirigente, che spesso si dibatte tra l’immobilismo impaurito e l’intervento autoritario sacrificando buonsenso e credibilità sua e del corpo docente.
La situazione di emergenza in cui viviamo a causa della pandemia scarica sui comportamenti individuali tutta la responsabilità della salute pubblica,  mentre glissa elegantemente sulle responsabilità politiche ed economiche. Nulla si è fatto, né si farà, per potenziare la sanità, e le poche risorse ancora disponibili sono drenate dall’emergenza vaccinale, che deve galoppare,  ma… a costo zero. Poco importa che, per far risaltare meglio i numeri, il governo  decida di procrastinare le seconde dosi, contraddicendo sé stesso e i suoi tecnici e senza fornire uno straccio di supporto scientifico.
L’orario del coprifuoco serale, imposta per agevolare il lavoro dei “tutori dell’ordine” ma  la cui valenza simbolica è pesantissima rispetto allo scarso senso sanitario, viene contrattato pensando alle esigenze di baristi e ristoratori  e nessun’altra remora e considerazione.
Non è  accettabile, per noi anarchic*, lasciare  il discorso sulle libertà individuali e collettive in mano a imprenditori e visionari.
E se le istituzioni lavorano per riprodurre e difendere sé stesse, non possiamo  perdere la  consapevolezza che la nostra società non dovrebbe essere composta da “istituzioni totali” ma da relazioni di garanzia della corretta applicazione del diritto. La seconda regione più bella del mondo, così dicono le Marche di sé, è quella in cui la spesa per paziente psichiatrico è la  più bassa in italia, escluso basilicata e molise,  in cui tutti i indicatori  rilevano uno scarso affiancamento ai pazienti, quella che ha un numero di TSO superiore alla media nazionale. La maggior parte di questi si consuma nel silenzio, e non è accettabile che uno strumento estremo, accettabile solo  per la salvaguardia della vita, venga  utilizzato come forma di controllo o punizione sociale, o anche semplicemente come spauracchio.
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