In certi momenti, che di solito sono i precursori dei grandi eventi storici, dei grandi trionfi dell’umanità, tutto sembra avanzare a un ritmo rapido, tutto respira forza: le intelligenze, i cuori, le volontà, tutto va all’unisono, tutto sembra conquistare di nuovi orizzonti. Quindi si afferma in tutta la società come una corrente elettrica che unisce gli individui più distanti nello stesso sentimento e le intelligenze più disparate nello stesso pensiero che dà a tutti la stessa volontà. […] Ma ci sono altri tempi oscuri, disperati, fatali, in cui tutto respira decadimento, prostrazione e morte e che manifestano una vera eclissi di coscienza pubblica e privata. È il flusso e riflusso che segue sempre i grandi disastri storici (M. Bakunin).
E poi ci siamo noi, questo periodo di banale indifferenza, condita da repressione e recessione economica e che più che seguire procede a grandi passi verso radicali peggioramenti sociali ma anche ecologici e ambientali che già vediamo all’orizzonte.
Chissà i 5 stelle in questo momento se ripensano a quando potevano incriminare Salvini per sequestro di persona e non lo hanno fatto in nome della governabilità (e forse anche di qualcos’altro)!
Che si sia dato alla fuga per evitare di pagare il conto, o che abbia sperate di capitalizzare un consenso troppo volatile per durare, forse non cambia troppo: sapremo a breve cosa accadrà. Che si vada a un governo tecnico o di legislatura, a un rimpasto, o a elezioni anticipate ma non troppo, certo è che l’unico elemento di invarianza sarà quello della difesa degli interessi dei vari settori della borghesia nazionale, magari in modo più o meno nascosto dietro la maschera del populismo.
Salvini assomiglia ad uno di quei personaggi burloni ed un po’ dandy che dopo aver banchettato egregiamente in un ottimo ristorante, e dopo aver sorseggiato un paio di buone bottiglie di vino ha trovato la scusa petr dileguarsi, cercando di non pagare il conto. Sì perché il conto sta arrivando, ma non per lui e la classe che veramente difende: l’aumento dell’IVA, che come si sa è un provvedimento odioso che colpisce lavoratori, pensionati e disoccupati, il taglio alle spese per sanità e scuola, ed una probabile restrizione sulle pensioni erogate, sono tutti provvedimenti che colpiranno i meno abbienti.
Se poi aggiungiamo il desiderio del governo di tagliare le tasse ai ricchi, come promesso, il disastro è compiuto. Salvini semplicemente sa che con questo salatissimo conto anche le menzogne del governo reazionario giallo verde avrebbero avuto le ore contate, e ha scelto il bluff, casomai gli fossse riuscito il rilancio quasi disperato che sta mettendo in atto, facendo finta di contare su un centrodestra che, in un improbabile caso di tenuta, gli avrebbe permesso di portare a termine il disegno di modifiche istituzionali in chiave autoritaria verso cui procedeva a grandi passi.
Altri, di segno opposto, molto probabilmente si incaricheranno di farci pagare il conto: realisti, in nome del buon governo, e sempre ben disposti ad assecondare le politiche sociali dell’oligarchia finanziaria, non esiteranno a colpire ulteriormente i lavoratori su salari e diritti. E non abbiamo dubbi sul fatto che anche a questi non verrà neanche in mente di mettere riparo alle politiche negative dei governi precedenti ed alle legislazioni liberticide, razziste e securitarie su cui questo governo ha fondato le sue fortune, e su cui oggi fanno finta di stracciarsi le vesti.
Il quadro politico e sociale è fosco, troppo grigio per vedere un vicino orizzonte credibile di riscatto sociale e politico attraverso lotte e partecipazione, non per questo però noi comunisti anarchici abdichiamo al ruolo che ci siamo dati, quello rivoluzionario.
Siamo convinti e siamo consapevoli di quella che è la posta in gioco, non smetteremo mai di denunciare e di batterci per una società libertaria e aperta, con tutte le nostre forze ci porremo di traverso ad ogni processo di ristrutturazione autoritaria.
Ma non possiamo fare a meno di riconoscere nei burattini che si agitano in parlamento il volto di chi tira i fili per farli danzare e per ammaliare “popolo e plebe” come in un vecchio romanzo ottocentesco.
La nostra lotta è contro il capitalismo, contro il potere reale, quello che determina linee di politica economica e che definisce il proprio campo di influenza nelle lotte intercapitaliste, ciò che si chiama imperialismo.
Non siamo disposti a schierarci per alcuna parte a servizio del capitale, e non per questo fuggiamo dalle nostre responsabilità politiche, se ci saranno elezioni sarà l’ennesima prova di un gioco truccato nel quale già si conosce il vincitore.
Dovremo chiederci ed interrogarci perché non solo in Italia, ma ovunque volgiamo la nostra attenzione, scopriamo le stesse dinamiche di potere con le stesse risultanti.
Importante quindi per noi comprendere ed analizzare i fenomeni, al contempo è ancor più importante coordinare l’attività dell’organizzazione politica, che in questi frangenti storici assume un’importanza ancora maggiore, per evitare dispersioni e frammentazioni non desiderate e dannose, e per trovare, con pazienza, una linea politica comune anche sulla contingenza politica offerta dal mutare delle situazioni.
Questa società sta inghiottendo sé stessa, è indispensabile per noi tornare a discutere di rapporti di forza, delle ricadute sociali che hanno le nuove forme di accumulazione del capitale e di come attraverso queste si modifichi il tessuto urbano e sociale del pianeta. E’ indispensabile rafforzare l’unità di classe e rilanciare le lotte e le mobilitazioni per contrastare il disegno del capitale che vuole fare pagare le sue contraddizioni, come sempre, alle classi subalterne. A queste lotte, a queste mobilitazioni, noi comunisti anarchici diamo e daremo come sempre il nostro contributo politico e militante.
Alternativa libertaria/fdca.it