Tuttatetta
Tette, culi, cosce, bocche/dirigibili in odor di chirurgo plastico.
Valletta tutta/tetta è belloccia, formosa ma magrissima, sorriso da cinquanta denti perfettamente bianchi e splendenti, sguardo ammiccante verso la telecamera, un pò di goffaggine nei movimenti che da quel poco di tenerezza, vestita si e no con niente, rigorosamente muta e quando le si concede la grazia della parola sa a malapena mettere in fila tre frasi incomplete.
Capelli al vento, tacchi a spillo, decolté evamitico, stacchetti musicali in cui le manine si agitano a tempo di sobbalzi di chiappe spacciati come balletti del Bolscioi et voilà tutta/tetta è pronta, il sipario si sta per alzare verso il futuro brillante di una carriera tutta/tetta in salita.
Il presentatore nasone/ciccione con mano a tenaglia e bava da lumaca, pone i quesiti enigmatici e pericolosi, bilance di nuove ricchezze da tubo catodico. Trionfo del sapere medio/basso. Musica da top parade, tante tutte/tette da formare un harem solo per lui nasone/ciccione che rimane quasi orgasmatico tra lo spettacolo di metri cubi di pelle srotolata lì, per il piacere di tutti i canoni/paganti che mentre ingurgitano un altro pezzo di maiale si concedono la loro erezione quotidiana sotto tavolino.
Mammetutte/tette sceme che non sanno accendere un computer, che vanno in panico per il calcare che non va via dal lavandino.
Suoceratutta/tetta!!!!! La camicetta si è strappata dopo duecento lavaggi senza candeggina!!!! Come può essere possibile? Ed io che pensavo di sapere tutto dei lavori domestici!!! Urla una casalinga tutta/tetta dal giardino fiorito.
Donne tutte/tette che rendono felice la famiglia con un bel surgelato. Oppure che si danno in sposa/tutta/tetta al primo uomo appena questo gli cucina anche il più misero dei minestroni congelati.
L’aspirapolvere che passa silenzioso, mosso da manicurate sotto i piedi scocciati del marito intento a leggere il corriere nella suora e il bimbo maschio che gioca alla play station, entrambi spaparanzati allegramente sul divano design.
La povera bimba che senza la mamma/tutta/tetta non riesce ad andare a scuola con i calzettini uguali e deve subire lo scherno malefico dei suoi compagni mangiando una schifezza sotto plastica…..Babbo!!! Guarda la mamma ogni tanto quando mi accudisce!!!
Macchine sempre più grosse, sempre più giganti, con sedili di pelle di clandestino, con due motori, perché ce ne vogliono due per ammazzarsi bene in autostrada e rendere pulita l’aria, con frigoriferi, scaldini per il buco del culo, taglia/strisce/coca automatico, caschi da messa in piega, satellite interstellare per cellulari che fanno ormai anche da fornello scalda merendine.
Macchine super potenti per uomini super potenti, mentre la loro tutta/tetta si strofina sul cofano come una giaguara in calore.
Siliconi che sigillano vasche trasparenti, mentre tutte/tette ignude affogano tra pesci rossi per il piacere sadico di qualche necrofilo/misogeno guardone.
Tutte/tette al telegiornale, in doppiopetto, triplo, la notizia al wonder bra, alle spalle del direttore, occhi languidi che spacciano dispacci di presidenti sorridenti, con voce da porcone da telefono per precoce eiaculazione.
Il presidente tutta/tetta dello schermo statale, si propone di mettere, tra una tragedia e l’altra, tra una guerra e un’inondazione, bellissimi e simpaticissimi stacchetti con tante tutte/tette per far scendere la depressione e far crescere il feromone.
Tutte/tette al governo, con voci appena udibili, con l’aria da prima della classe, brave mamme devote, tutte/tette rigorosamente “in linea” che svendono i diritti a suon di inculate generali.
La donna tutta/tetta è una barbie senza gioco, una geisha per audience da milioni di telespettatori, un involucro di immagine di plastica nera da spazzatura non riciclabile, non digeribile.
Una realtà che è finzione, una bellezza che non ha forma, corpocarneinerte da macelleria di provincia.
Tutta/tetta per calendari di foto artistiche da retro/camion di classe.
Tutta/tetta sempre e solo eterosessuale.
Tutta/tetta un’offesa, un insulto al femminile, al maschile, un degrado totale, oggetto da prostituire per pochi minuti di finta gloria.
Tutta/tetta spaccio di donna per società di facili consumi.
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Zilvia