Varsavia 8-9 luglio: summit della NATO
Varsavia 8-9 luglio: summit della NATO
Una minaccia costante alla pace
Il prossimo vertice è chiamato a decidere su un cospicuo adattamento della linea militare della NATO dalla fine della Guerra Fredda.
Effetti dell’aumento delle spese militari dei paesi membri
Si potranno quindi schierare 4 battaglioni in Polonia e nei Baltici.
Che fanno seguito all’incremento fino a 40mila unità del numero di soldati nella forza di risposta rapida della NATO, oltre alla apertura di 8 sedi NATO minori a Est.
Procede, dunque, l’applicazione del famigerato Piano Strategico adottato dal summit NATO di Lisbona nel 2010, che prevedeva l’allargamento della NATO apparentemente senza limiti.
In primo luogo, estendersi ad ogni singolo paese dello spazio chiamato “Europa”, portando i confini dell’Alleanza a ridosso di quelli della Russia.
L’espansione a Est
La Repubblica Ceca, l’Ungheria e la Polonia sono state immesse per prime, poi l’Estonia, la Lettonia e la Lituania, più di recente Slovenia, Slovacchia, Bulgaria e Romania e infine Albania e Croazia.
Ovviamente questo ha isolato e sfidato la Russia, che ha risposto con l’annessione della Crimea e la presenza militare in Ucraina orientale.
Ma per i vertici NATO l’allargamento della NATO non è negoziabile.
Sono pochi i paesi europei capitalisti che fino ad ora sono rimasti fuori.
Svezia e Finlandia potrebbero diventare paesi membri, perché anche l’estremo nord sta diventando una zona strategica dal punto di vista economico.
Le missioni in corso in Europa
In Europa, la NATO dispone attualmente di una forza di reazione rapida in Islanda; di una flotta di aerei AWACS in Germania; basi di difesa dello spazio aereo nei Paesi Baltici, in Slovenia ed in Albania; una missione KFOR nel Kosovo su mandato ONU; batterie di missili Patriot in Turchia; sta rafforzando la missione anti-terrorismo nel Mar Mediterraneo e sta valutando come rafforzare la missione europea Sophia al largo delle coste libiche.
Inoltre da febbraio essa opera nel Mar Egeo su iniziativa di Germania, Grecia e Turchia per contenere il numero degli arrivi dei migranti in collaborazione con Frontex.
Ma le ambizioni della NATO non sono limitate all’Europa.
La NATO nel mondo
La Nato è il meccanismo attraverso cui l’Europa è legata agli interessi economici e strategici degli USA nel mondo intero: un dominio che controlla terra, mare, aria e spazio extra-atmosferico.
Per poter aggirare i vincoli atlantici del suo statuto, la NATO ha stipulato degli accomodamenti speciali.
Con l’Unione Africana ha in corso una missione di supporto logistico e di formazione.
Con Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco e Tunisia ha istituito un meccanismo chiamato Dialogo Mediterraneo.
Il collegamento militare con Bahrein, Qatar, Kuwait ed Emirati è assicurato dal meccanismo Iniziativa di Istanbul.
In Afghanistan è in corso la missione di supporto alle forze di sicurezza locali.
Nel Golfo di Aden opera la missione anti-pirateria.
E c’è poi la Partnership for Peace che consente alla NATO di muoversi a livello mondiale condizionando verso un maggiore impegno militare paesi come Giappone e Corea del Sud, allo scopo di contenere nel Mar Meridionale Cinese le mire della Cina, vista come nemico futuro sul piano economico come su quello militare.
Pronta alla guerra
Con il Piano Strategico è stata costituita una unità combattente con sostegno marino ed aereo, cui contribuscono a rotazione gli Stati membri. Tale “Forza di risposta NATO” può essere dispiegata ovunque nel mondo in cinque giorni.
Armamenti nucleari
La capacità nucleare della NATO include 348 testate della Francia, 160 del Regno Unito e la massiccia scorta di 10.500 testate negli Usa, che hanno tra 200 e 400 armi nucleari tattiche ospitate in cinque paesi europei.
Nel 2010, Hillary Clinton in qualità di Segretario di Stato ebbe a dire in un incontro a Tallinn di ministri degli esteri della NATO che: “finché esisteranno le armi nucleari, la NATO resterà un’alleanza nucleare”.
ONU
La NATO si è ormai imposta come una sorta di “ala militare” delle Nazioni Unite, conducendo operazioni di guerra su mandato ONU in Kosovo, Afghanistan e Libia.
Gli accordi del 2008 per una consultazione politica regolare e per una maggiore cooperazione pratica nella gestione delle crisi tra i due quartieri generali, hanno di fatto reso equivalenti i due organismi internazionali, pur avendo scopi fondativi opposti.
Russia
Nonostante esista un accordo costitutivo NATO-Russia che esclude “dislocazioni permanenti di considerevoli forze di combattimento” nella regione, il summit di Varsavia -con la previsione del rafforzamento del sistema di difesa NATO- è un evidente messaggio alla Russia, accusata di intimidire paesi come la Moldavia, l’Ucraina e la Georgia.
Del resto la NATO ha in costruzione 2 scudi di difesa missilistica.
Uno degli scudi comprende installazioni USA-NATO in Polonia e Repubblica Ceca puntate contro la Russia.
Ma, un secondo scudo, installato insieme alla Russia, è puntato contro nemici diversi come la Cina. Una vera ossessione.
Perchè contro la NATO
La crisi del capitalismo ha mostrato al mondo che anche le guerre in corso, i trattati segreti tra aree economiche, non solo ne sono parte, ma sono la genesi della stessa fase di ristrutturazione, che rimette in gioco vecchie egemonie planetarie e ridisegna nuovi spazi e nuove aeree economiche, ridimensiona potenza e sviluppa potenza, conquista influenza e mercati e perde terreno, amplifica e riporta in primo piano categorie che il dominio desidera utilizzare per s.
Poco importa che si spendano ogni anno quasi 2.000 miliardi di dollari in armamenti, solo l’Italia ne ha spesi nel 2012 ben 26 di miliardi ai quali vanno sommati altri 15 miliardi per gli F35, l’Italia che vende per 3 miliardi all’anno di armi facendone uno dei pi importanti produttori sul pianeta.
Non pesano sulla bilancia della guerra e delle armi i morti, le distruzioni, la povert che resta e si sedimenta dai conflitti inter-imperialistici; nessuno, oggi, a parte qualche limpida coscienza si oppone alle guerre in corso. Noi siamo naturalmente con loro, con chi ancora pensa che la lotta antimilitarista sia lotta contro il capitalismo e lotta contro lo Stato e per questo dovr attrezzarsi di nuovi strumenti.
La sfida dei pacifisti e degli antimilitaristi passa oggi attraverso una critica dura e articolata, abituati a vedere solamente nello Stato il monopolista della violenza, che la esercitava direttamente con la leva obbligatoria e con scelte politiche facilmente riconoscibili e riconducibili a motivazioni tanto vecchie quanto intuibili; ma oggi il fenomeno di privatizzazione e di corruzione planetaria fa sì che grandi gruppi industriali e finanziari possano entrare direttamente ed agire per i propri scopi geopolitici attraverso forme di privatizzazione del conflitto. Nelle guerre in corso, dall’Ucraina alla Siria, dalla Palestina all’Africa si moltiplicano forme e metodi di guerra non “convenzionale”, migliaia di militari e di azioni sono sostenute direttamente da imprese multinazionali, che solo in apparenza sgravano lo Stato o l’area di riferimento dal peso di sostenere queste imprese economicamente; lo Stato non ha certamente esaurito la sua funzione di garante dell’ordine capitalistico, ma assume anche una funzione di coordinatore.
L’emergere sullo scenario mondiale delle potenze asiatiche, la perdita di egemonia che rischia l’area Atlantica, il nascere di un imperialismo europeo legato alle esportazioni tedesche, possono aiutare a comprendere quanto accade e possono aiutare a comprendere quanto i singoli Stati nazionali stanno mettendo in campo a favore dell’accumulazione capitalistica, delle privatizzazioni, della scomparsa dei diritti dei lavoratori ed una violenta svalutazione della forza lavoro, con la lucidità criminale di chi pensa che solo avendo lavoratori schiavi e completamente mercificati l’impresa potrà investire e riprendere un nuovo ciclo di accumulazione, come sempre sulla pelle del proletariato e dei ceti subalterni. Una impresa finalmente sgravata da ogni vincolo sociale, autentica macchina da guerra al fine della sola accumulazione,per il solo profitto.
E la NATO è questo, fa parte di questo.
Alternativa Libertaria/FdCA pertanto invita tutti i compagni e le compagne ad attivarsi per una nuova battaglia antimilitarista e pacifista, e riconosce che questa battaglia non può essere praticata se non accompagnandola con una precisa critica al sistema dominante, rifiuta ogni demagogia patriottarda, riconosce come fratelli e come sorelle quanti si battono per distruggere i confini militarizzati difesi contro i flussi migratori che vedono milioni di persone fuggire dalle guerre ed ai massacri che la disputa imperialista scatena su vaste aree del pianeta.
Riprendere una critica serrata alle spese militari, destinare le risorse della guerra e delle armi a scopi sociali, escludere ogni pacificazione politica con quanti in nome del pragmatismo di Stato sono inclini a trovare mediazioni con gli interventi militari, siano la guerra al terrorismo che quella umanitaria, quella che esporta democrazia o quella del mondo libero. Per noi l’unica guerra che val la pena combattere è ancora quella proletaria, per il comunismo libertario, e questa si combatte giorno per giorno, con la nostra attività e con la nostra militanza.
Alternativa Libertaria/FdCA
94° Consiglio dei Delegati
Correggio, 26 giugno 2016