Sul Carnevale
E dopo quel “Viva la Frida, viva la revolucion” quest’anno il Carnevale di Fano torna indietro.
Un colpo al cerchio e uno alla botte?
Così quest’anno ci ritroviamo una Greta travestita da Barbie, ma strabica, nel miglior stile di ”body shaming”, a farci intendere che tanto, dietro le mobilitazioni ambientaliste ci sono i soliti (?) poteri forti e non l’esigenza di un deciso cambio di passo nella gestione del pianeta.
Una visione della Thunberg che piacerebbe a Trump…
E come se non bastasse al suon di Povia, un artista che a sentire la sua ultima canzone contro l’immigrazione (“mentre tu guardi il lampadario lui ti ruba il salario”), verrebbe da spedirlo in agosto nelle pianure di Rosarno.
Qualcuno ha titolato poche settimane fa “Il Carnevale di Fano diventa sovranista”, e il dubbio è venuto anche a noi. Libertà di satira contro la dittatura del politicamente corretto?
Stufe e stufi di dover ripetere che la satira è liberatoria, se non libertaria, e se la prende con i potenti, altrimenti è nel migliore dei casi sarcasmo, trovarci al Carnevale un cantante ricordato dai più per una canzone che descrive l’ omosessualità come problema psicologico o fissazione sessuale, non ci diverte per niente. Soprattutto se viene pagato per eseguirla ad un Carnevale che dovrebbe essere di tutti e proporre un divertimento popolare.
Si blinda per un mese il centro città, si fa pagare l’ingresso, e si presenta la manifestazione come condivisa dai cittadini. Poi, di fronte a una lettera aperta delle associazioni LGBT marchigiane, che chiedevano quali fossero gli argomenti “controversi” (così nel comunicato ufficiale) su cui il cantante Povia sarebbe intervenuto, l’Ente carnevalesca si guarda bene, almeno finora, dal rispondere. Così ancora oggi non sappiamo se per l’Ente l’omofobia sia una semplice opinione. L’unica risposta è venuta da un “privato cittadino” già candidato de La Tua Fano, a dimostrazione che se c’è una scelta politica e strumentale non è certo quella di chi critica, e difende il diritto ad un divertimento ed a una satira popolare e non populista.
E’ “strumentale” dire che i contenuti proposti quest’anno, anche se ora rattoppati con dichiarazioni e intenti volti a mascherare queste cadute di stile, non sono accettabili?
Quest’anno i carri sembrano del tutto privi della tradizionale satira su fatti e temi di attualità, e ci imbarazza dover paragonare il carro “Barbie Greta”, scivolone misogino che appunto la riduce a “bambola”, con il carro dedicato alla Thunberg a Viareggio, pieno di vitalità e solidale coi ragazzi che continuano a manifestare in massa in tutte le città del pianeta. Altro che “invito a partecipare” alla ambientalista Greta Thunberg… .
Eppure anche quest’anno la scelta dell’Amministrazione fanese è stata quella di permettere lo svolgimento con ingresso a pagamento, giustificato da un ricavo previsto di circa 238mila euro, monetizzando e limitando la tradizionale partecipazione locale al Carnevale. Ciò per sostenere, sembra, le casse di un Ente che altrimenti si troverebbe in serie difficoltà a organizzare una manifestazione che necessità di carri di prima categoria, attrezzature, musica, eventi per bambini e per grandi. Un Carnevale che anche quest’anno a fronte di un bilancio che prevede ben 122 mila euro per la “chiusura delle vie, varie percorso e trattoristi”, 19mila euro solo per consulenza di promozione e ben 55mila euro per pubblicizzare contenuti non condivisi ma fatti pagare ai cittadini, con 150mila euro di contributi comunali e 35mila euro di contributi regionali, dispone una spesa di sole 125 mila euro per la costruzione di carri, il pagamento cioè delle vere maestranze del Carnevale. Insomma, anche quest’anno ci fate pagare, ma non ci troviamo niente da ridere.
– Alternativa Libertaria, Fano Pesaro.